Venerdì 26 gennaio, ore 18, Libreria Coop Ambasciatori (Bologna) / Conservare la memoria: 10 scrittori, 10 libri
Conservare la memoria. Di che cosa? Del passato, ma anche del nostro presente. Gli scrittori che hanno accettato l’invito a indicare dieci libri da proporre in lettura ai giovani hanno declinato in vari e differenti modi la loro idea di memoria e di memorabile, ovvero di cosa occorre ricordare, cosa si deve ricordare. Il XX secolo è alle nostre spalle, ma il suo carico di eventi terribili, luttuosi e devastanti, pesa ancora su di noi. Ma anche il nostro presente è carico di memoria che occorre custodire e per cui occorre agire. La lettura come uno strumento per pensare ma anche per fare. Per non restare indifferenti. Questo il contributo che proponiamo alla Giornata della Memoria.
Gli episodi di ordinaria cancellazione e offesa della memoria si susseguono a ritmo incessante, incalzante, inquietante. Dalle lapidi profanate alle svastiche disegnate sui cartelli delle scuole dedicate ad Anna Frank. Dai saluti romani a Marzabotto (Città Martire) ai raduni arroganti e minacciosamente evocanti. Dieci autori consigliano dieci libri agli adolescenti. Coop Alleanza 3.0, Librerie.coop e Doppiozero promuovono una raccolta di 10 volumi indicati da 10 autori. Dieci libri che costituiscono “una traccia” essenziale per capire, indagare, decodificare il secolo (e i suoi orrori) appena trascorso.
Venerdì 26 gennaio, ore 18, Libreria.coop “Ambasciatori” (Bologna): Marco Belpoliti, Ermanno Cavazzoni, Alessandra Sarchi e Massimo Marino.
Oggi le proposte dei primi tre autori.
Alessandra Sarchi
Ho scelto libri che ricordassero i fatti della seconda guerra mondiale (Morante, Janeczek, Fenoglio, Bassani, Kertesz), ma anche della guerra civile spagnola (Cercas), del terrorismo in Italia (Tobagi), dello stalinismo in Russia (Metter), dell’ultima guerra nella Ex Jugoslavia (Jergovic) e della condizione di subordinazione femminile (Atwood).
E. Morante, La Storia
H. Janeczek, Lezioni di tenebra
I. Metter, Il quinto angolo
J. Cercas, I soldati di Salamina
G. Bassani, Il giardino dei Finzi Contini
B. Fenoglio, Una questione privata
M. Jergovic, Le marlboro di Sarajevo
I. Kertesz, Essere senza destino
M. Atwood, Il racconto dell’ancella
B. Tobagi, Una stella incoronata di buio
Nicola Lagioia
Il Novecento è stato un secolo tremendo e luminoso, dove insperate conquiste della civiltà si sono alternate ad altrettanti imprevedibili orrori. È stato il secolo in cui le democrazie sono riuscite ad affermarsi in occidente, ma anche l'epoca di Auschwitz, di Hiroshima, dei gulag. Le tragedie sono state meno prevedibili delle conquiste, perché con il Novecento finisce la modernità, si spezza l'illusione di progresso illimitato che andava avanti da oltre due secoli. L'esplosione della prima guerra mondiale (per qualcun altro il momento simbolico coincide invece con l'affondamento del Titanic) pone fine a quest'idea tutto sommato ingenua. Gli storici, su questa complicata transizione (dall'età dei lumi all'età dell'ansia), hanno scritto pagine importanti. I giornalisti l'hanno documentata giorno dopo giorno. Ma sono gli scrittori, e gli artisti in generale, ad aver affondato davvero le mani nelle tenebre del secolo breve. L'elenco di opere letterarie qui proposto è ovviamente incompleto, ed eterogeneo, ma è abbastanza rappresentativo di come la lingua letteraria sia l'unica a poter esprimere ciò che altrimenti non avrebbe parola. Le opere letterarie non si limitano a farci comprendere l'epoca in cui viviamo, o quella in cui sono vissuti i nostri padri. Ce la fanno sentire. Sono la guida migliore per il viaggio al centro della terra che ogni ragazzo deve prima o poi intraprendere per diventare adulto.
P. Levi, I sommersi e i salvati
B. Fenoglio, Una questione privata
A. Leogrande, La frontiera
C. Malaparte, La pelle
L.-F. Céline, Viaggio al termine della notte
T. Mann, La montagna incantata
E. Morante, La storia
A. Camus, Lo straniero
E. Hemingway, Addio alle armi
J.-D. Salinger, Nove racconti
Maria Nadotti
Del progetto cui mi è stato proposto di prendere parte mi è piaciuto subito quel ‘memorie’ al plurale. Un’ammissione realistica e non dogmatica della natura sfuggente e contraddittoria dell’atto del ricordare.
Pluralizzarla vuol dire interrogarsi su chi ricorda, per chi, in quale situazione, con quali parcelle di potere, contando su quale ascolto, utilizzando quali mezzi, puntando su quale condivisione.
Come ognuna/o di noi sa per esperienza diretta, la Memoria al singolare, così come la Storia, è roba da re e (provvisori) vincitori. La gente comune e i perdenti, quelli che non lasciano traccia, hanno ricordi vaghi e imprecisi e storie di vita che raramente prendono forma di racconto e ancor più di rado vengono ascoltate. E le storie, per diventare tali, devono trovare non solo una voce che le narri, ma anche un orecchio che le ascolti con interesse, attenzione e un piacere che rasenta la tenerezza.
Le storie che portano con sé la memoria di tempi passati, di luoghi lontani e di persone a noi sconosciute sono preziose perché fanno lo sgambetto alla Storia, a una concezione del tempo e dello spazio che allinea in un ordine astratto e illusorio passato, presente e futuro, qui e altrove, noi e loro.
Le storie sono luoghi in cui ci incontriamo, in cui i morti tengono compagnia ai vivi e un po’ li consolano, dove barriere e confini vengono polverizzati e chi legge può viaggiare nel tempo e nello spazio per capire meglio come si vive oggi e come si potrebbe vivere domani.
Ecco perché, a chi si affaccia al mondo, suggerisco di guardare avanti e indietro, in tutte le geografie e le lingue della terra, scavalcando i cosiddetti generi letterari, andando al cinema, ascoltando musica e canzoni, guardando i dipinti del passato e i muri delle nostre città e facendo domande, un’infinità di domande, senza mai accontentarsi di risposte distratte e preconfezionate. Insistendo, soprattutto insistendo. Dieci libri che mi piacerebbe rileggere con voi.
R. Luxemburg, Un po’ di compassione
V. Woolf, Le tre ghinee
Wisława Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie 1945-2009
Ralph Ellison, Uomo invisibile
K. Vonnegut, Mattatoio n. 5
J. Berger e J. Mohr, Il settimo uomo
A. Spiegelman, Maus
J. Sacco, Palestina, una nazione occupata
S. Amiry, Se questa è vita
R. Kapuscinski, In viaggio con Erodoto