Denaro
Il sistema capitalistico si è caratterizzato, nel corso del suo processo di evoluzione, per una progressiva diffusione del capitale all’interno dello spazio sociale. Il capitale infatti, in virtù della sua natura quantitativa e impersonale, è dotato della capacità di assumere molteplici forme e di propagarsi nel mondo qualitativo del valore d’uso e dei bisogni umani. È in grado cioè di smaterializzarsi e di penetrare in profondità nella cultura individuale e sociale. Con la conseguenza che quest’ultima assume a sua volta un carattere astratto. Infatti, il capitale tende a determinare nel corso del tempo un processo di progressiva astrazione della società.
Un processo di astrazione che riguarda prima di tutto il capitale stesso. Questo infatti si concretizza da sempre nella ricchezza economica, la quale, a sua volta, si è progressivamente modificata: era legata alla concretezza della terra e si è fatta decisamente più mobile e leggera, assumendo ad esempio le forme del credito e della finanza. Ne è testimonianza la smaterializzazione progressiva del denaro, il quale, a partire dalla sua nascita avvenuta nella Grecia ionica circa 2600 anni fa, ha attraversato successivamente tre principali fasi: il denaro che incorpora direttamente il suo valore (di un metallo prezioso come l’oro o l’argento), il denaro di carta e l’assegno (che svolgono una funzione simbolica in quanto sono realizzati con un materiale scarsamente dotato di valore, sebbene abbiano ancora un’esistenza concreta) e la moneta elettronica, cioè il denaro puramente virtuale che circola alla velocità della luce nelle molteplici reti informatiche che caratterizzano l’economia odierna.
Anche nella sua nuova identità il denaro è in grado di presentarsi, similmente al passato, come una “moneta-segno” che segnala la presenza e l’azione di un flusso reale di beni. Può dunque continuare ancora a svolgere quella fondamentale funzione di intermediario negli scambi che l’ha sempre caratterizzato, grazie al fatto che i pagamenti sono per loro natura un processo di tipo informativo e dunque convertibile in forme adeguate a consentire il funzionamento dei flussi elettronici. Ma il denaro può svolgere oggi anche le altre due principali funzioni che venivano soddisfatte dalla moneta tradizionale: di unità di misura del valore e di stock di valore.
La forma della moneta elettronica è però strutturalmente diversa da quelle precedenti e ciò comporta delle rilevanti conseguenze sia per il sistema economico che per quello sociale. Vale a dire che il denaro, come ha messo in luce già alla fine dell’Ottocento il sociologo Georg Simmel, ha perso, esattamente come il capitale, il suo valore materiale e specifico e si è trasformato in un valore astratto e indistinto. Ciò gli ha consentito però di funzionare sempre meglio come unità di misura di tutte le cose, ovvero come un vero e proprio «equivalente generale», che livella le differenze qualitative e quantifica tutto per poterlo rendere scambiabile sul mercato. Infatti, come ha sostenuto lo stesso Simmel, «Diventando sempre più l’espressione e l’equivalente assolutamente sufficiente di tutti i valori, il denaro si eleva a un’altezza di astrazione tale da sovrastare tutta la vasta molteplicità degli oggetti e costituire il centro nel quale le cose più antitetiche, estranee e lontane trovano il loro elemento comune fino ad arrivare a toccarsi» (Il denaro nella cultura moderna, p. 89).
Negli ultimi anni, il processo di astrazione della società si è intensificato, probabilmente anche perché il denaro, come si è detto, si è trasformato in pura informazione circolante all’interno delle reti informatiche e dunque appare essere sempre meno dipendente da dei rigidi vincoli di natura temporale e spaziale. È diventato cioè una delle diverse componenti di un flusso globale all’interno del quale tutto tende a mescolarsi incessantemente: forme di pagamento, messaggi pubblicitari, messaggi di altro genere, merci e consumatori. E la stessa vita sociale si presenta sempre più ai nostri occhi come il risultato di un processo di mescolanza crescente tra i luoghi fisici tradizionali e tale nuovo flusso globale.
Ciò naturalmente riduce la capacità degli esseri umani di controllare il potere che viene esercitato nella società dal denaro. Anche perché i flussi di quest’ultimo oggi circolano per lo più all’interno di reti e macchine informatiche che tendono ad essere sempre più autonome. L’intero mondo della finanza si rende così indipendente e addirittura, come è successo più volte negli scorsi anni, è in grado di generare autonomamente delle gravi crisi del sistema economico. Sembra sempre più avverarsi dunque quello che veniva affermato parecchi anni fa da Karl Marx e cioè che «il denaro è l’essenza, fatta estranea all’uomo, del suo lavoro e della sua esistenza, e questa essenza estranea lo domina» (La questione ebraica, p. 84).