Derelicta | Educazione e cura nelle colonie marine e montane

30 Marzo 2012

Continua la collaborazione di doppiozero con Derelicta, progetto che esplora le zone di archeologia urbana ed industriale. Luoghi nascosti, dimenticati, sui quali da oggi possiamo lanciare uno sguardo tramite la fotografia.

 


Molti di noi hanno tra i ricordi della propria infanzia e adolescenza le immagini delle colonie, nelle quali potemmo trascorrere periodi di vacanza nei luoghi di montagna o lungo i litorali. Venuto meno il ruolo educativo svolto da queste grandi strutture, e con lo sviluppo di una diversa concezione del turismo, seguì la loro chiusura. A seguito di un progressivo degrado li ritroviamo oggi in queste tracce fotografiche.

 

Più propriamente dette colonie di vacanza, traggono origine da iniziative volte allo sviluppo fisico ed anche morale. Se ne trovano tracce storiche in Svizzera nella seconda metà dell’Ottocento come Ferienkolonien. Esse sono integrabili in un più ampio progetto destinato alla cura del fanciullo, rappresentato prima dagli ospizi marini, e successivamente da preventori, stazioni elioterapiche, educatori, anch’essi spesso in rovina.  

 

Questi involucri, corrosi da decenni di abbandono, nei casi più significativi sono esempi della sperimentazione architettonica del Novecento, soprattutto a partire dal ventennio fascista.

 

Il paesaggio ancora oggi presenta alcune di queste testimonianze. Se fortunati potremmo trovarci a salire scale, e camminare negli stessi corridoi e dormitori percorsi durante la nostra infanzia. O ritrovare il nostro nome nei polverosi registri sparsi sul pavimento.

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