Speciale Ai Weiwei | Fiducia eternamente perduta

20 Febbraio 2012

In uno dei mercati di uccelli e fiori di Tianjin, dei volontari amanti dei felini hanno scoperto che qualcuno vendeva gatti in quantità. Attraverso il tenace, duro lavoro di questi volontari, e dopo la lotta prima e in seguito la collaborazione di commercianti di gatti, poliziotti e trafficanti, più di quattrocento gatti sono stati salvati, messi sotto la loro custodia e successivamente trasportati a un vicino magazzino.

 

Abbiamo lasciato Pechino alle due del pomeriggio, diretti a Tianjin, insieme alla “squadra di soccorso” di Pechino. Stava davvero iniziando la primavera, era una giornata di sole e la temperatura era sempre più calda; il Nuovo Anno lunare sarebbe iniziato di lì a poco. Dopo aver passato varie rotatorie, siamo arrivati alla porta del magazzino, una tra le tante in una lunga fila di porte in un quartiere di capannoni.

 

Dopo aver spalancato le due porte d’acciaio, mi trovai di fronte a uno degli spettacoli più tristi mai visti in vita mia: più di quattrocento gatti erano sparsi a gruppi sino a riempire in ogni angolo il pavimento di questo magazzino di un centinaio di metri quadrati: gruppi di trenta o cinquanta ammucchiati gli uni sugli altri, dietro porte o credenze vuote, che emettevano miagolii affamati e spaventati. Altri gatti erano nascosti sotto le travi del tetto in preda alla paura, o negli interstizi tra i muri e le travi di sostegno. C’erano gatti provenienti da ogni parte del mondo, una varietà di colori, specie, età, ed era evidente che molti di questi gatti un tempo erano amati dai loro proprietari dato che alcuni di loro tentarono di sgattaiolare fuori dal loro rifugio, strofinando le teste sulle nostre gambe nella speranza di poter riavere un po’ di amore e protezione. Il primo tratto di somiglianza tra tutti loro era l’inconcepibile terrore nei loro occhi. Avevano perso fiducia negli uomini.

 

 

Questi gatti erano fortunati; grazie all’aiuto dei giovani volontari, avevano evitato il destino della macellazione o di essere venduti. I giovani volontari avevano resistito alle minacce e alle intimidazioni dei venditori di gatti, e uno di loro era stato persino picchiato da alcuni poliziotti aberranti ed era finito in ospedale. Centinaia di gatti ammassati in un magazzino vicino a Tianjin dopo essere stati salvati. 7 febbraio 2001. Caricando i gatti sulle macchine di soccorso dirette a Pechino, le mani dei volontari venivano graffiate e morse una a una. E sebbene scorresse del sangue, i volontari non si lamentavano: il loro altruismo e la loro compassione hanno fatto loro dimenticare temporaneamente sofferenze e pene. Avevano dimenticato il loro sdegno e la loro frustrazione per le crudeli azioni degli uomini.

Che relazione c’è tra quattrocentotrenta gatti maltrattati e feriti, venti volontari, il mercato degli uccelli e dei fiori di Tianjin, la cattiva condotta della polizia, i milioni di cani mandati al macello, le Olimpiadi del 2008, e l’isterico strombazzamento di una società armoniosa? Questi gatti, destinati a essere uccisi, erano stati scoperti per caso.

 

Ci sono molti mercati del genere a Tianjin, dove, anno dopo anno, un’inimmaginabile quantità di gatti e di cani incontra il suo tragico destino. E in tutto il paese, ogni giorno, ogni ora, in ogni momento, ci sono innumerevoli animali che vanno incontro allo stesso destino: essi non possono parlare una lingua che sia compresa dagli uomini e sono eternamente incapaci di perorare la causa di un’esistenza degna. Ai loro occhi, tutto ciò che l’umanità può offrire loro è un invincibile, estremo senso di terrore. A causa della mancanza di leggi per la protezione degli animali, queste azioni criminali non conoscono restrizioni, e questi assassinii non vengono mai puniti. Quando mancano leggi del genere, il sapere intuitivo e la buona volontà degli uomini sono similmente destinate ad andare perdute e a finire tragicamente, e tutto ciò che rimane è un mondo ignorante e contorto, pieno di disumanità. La più grande autopunizione che il popolo cinese conoscerà sarà la perdita perenne della fiducia e del rispetto delle altre razze e forme di vita.

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