Speciale

Enzo Apicella per l'acqua pubblica

12 Giugno 2011

 

Enzo Apicella è nato il 26 giugno del 1922, ha quindi quasi 89 anni, ma quando lo vedi è così gagliardo che resti abbagliato e rincuorato. Alto, naso imponente, occhi azzurrissimi che ridono vispi, un’ironia che sprizza da tutti i pori. Finalmente l’ho conosciuto quest’estate in una spiaggetta selvaggia a Passoscuro, nel comune di Fiumicino. Cinzia e il Buggiani mi raccontavano di lui da anni, storie fantastiche, esilaranti, Lodeviconoscere! Lodeviconoscere!, pigolava Cinzia come fa ogni volta che mi parla di qualcuno che le piace molto, io, figuriamoci, son qui per questo.

 

Enzo Apicella ha collaborato e tuttora collabora con quotidiani e riviste di fama internazionale come il Guardian, l’Observer, il manifesto, Punch, l’Economist, Private Eye e Harpers & Queen (prendo da Wikipedia), inoltre ha progettato oltre 140 ristoranti e dipinto numerosi murales. È designer e grafico, architetto e decoratore. Ma soprattutto cartoonist: il profilo di un creativo che ha scelto di stare con i più deboli. Da Cuba alla Palestina.

Ebbene, a proposito di ristoranti, m’era piaciuta da matti la storia della statua di cera che cercherò di raccontare come me la ricordo.

 

Affascinato dalla perfezione delle statue del Museo delle cere di Madame Tussauds, Enzo fece fare una statua di sé seduto, intento a leggere il giornale, e la sistemò in poltrona tra le piante in una saletta all’ingresso del suo ristorante. Gli amici entravano e salutavano, Ciao Enzo!, non se ne avevano a male se lui non rispondeva, sapevano che è un po’ sordo. E lui se la rideva.

Quando vendette il ristorante, si portò a casa la statua di cera, la parcheggiò sulla poltrona in salotto e partì per una vacanza in Italia. Viveva a Londra in un basso, le finestre davano sulla strada, e una pia donna ficcanaso che pascolava il suo cagnetto nella viuzza, cominciò a preoccuparsi di quel signore rigido che non alzava mai gli occhi dal giornale. Morale: i bobbies fecero irruzione mandando in pezzi il vetro della sala.

Quando Enzo tornò dalle sue vacanze, trovò una tavola al posto del vetro e sulla porta l’ingiunzione a presentarsi al distretto di polizia di zona. Qui, non ricordo bene i dettagli, ma mi pare che loro volessero multarlo per procurato allarme, mentre lui pretendeva il risarcimento della fattura del vetraio sostenendo che lui casa sua l’arredava come gli pareva. Non so poi come sia andata a finire..

 

Abbiamo passato una splendida giornata di sole in questa spiaggetta trascurata, sguazzando, asciugandoci al sole, scavando la sabbia a raccogliere telline per la cena e plastica arenata da smaltire nel primo bidone lungo la strada.

Da allora non ci siamo rivisti ma seguo quotidianamente le sue idee disegnate che sgorgano dalla piovosa London in continuazione, vai Enzo!

Toni Fachini

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