Giorgio Manganelli / Mammifero italiano
Giorgio Manganelli fu un impareggiabile corsivista. Il primo a comprendere il valore letterario degli scritti giornalisti dell'autore di Nuovo commento fu Italo Calvino, a detta del quale sue prose per la stampa non erano “meno ricche di invenzioni fantastiche e linguistiche delle sue prose dotte”. D'altro canto Manganelli assimilava il corsivo (“poche righe, rapide e mortali”, “un paradosso”) alla forma chiusa e costrittiva del sonetto.
Marco Belpoliti ha doviziosamente raccolto in Mammifero italiano quegli articoli, apparsi tra il 1972 e il 1989, che vanno a comporre una beffarda e implacabile disamina del carattere degli italiani contemporanei. Di quella cernita, l'unico inedito è quello intitolato Patria, che traeva spunto dalla denuncia per vilipendio ai danni del celebre imitatore televisivo Alighiero Noschese. Era il 1974.
L’italiano medio, scapolo, divorziato o con famiglia, che passi nelle vicinanze di una bandiera italiana, sgargiante nei suoi tre colori, è ammonito di tenere un contegno assolutamente inequivoco; potrà sorridere, ma con rispetto, nei confronti di detta bandiera, e non sguaiatamente, come può accadere di ammiccare ad un compagno di bevute e sconvenienze; gli si consiglia di levarsi il cappello, ma sempre come si usa con i superiori, non, ad esempio, con i condòmini; in genere, può eseguire gesti allusivi a trepida devozione, incondizionato assenso, festosità e generico desiderio di morire in modo straziante per la medesima: tanto, egli lo sa, la sua famiglia resterà raccomandata alle cure di quella bandiera, che non dimentica i suoi figli migliori. Questo contegno non esito a giudicare saggio, prudente e, anche se ipocrita, da vero italiano. [...]
E, “amare la Patria”? In primo luogo, la ama veramente tutta? Ad esempio, posto di fronte a viale Maino, a Milano, direbbe il Noschese “Sì, io lo amo tutto, numeri pari e dispari”? Ama anche la periferia nord di Foggia, le latrine di tutti indistintamente i ristoranti e le tavole calde dell'autostrada? Ama i parafulmini, le scritte “Non lordare”, e i gatti che non abbiano attraversato il confine? Se un gatto attraversa il confine per conto proprio, esso infatti cessa di far parte della Patria.
(Edizione di riferimento: Giorgio Manganelli, Mammifero italiano, a c. di M. Belpoliti, Adelphi, Milano 2007).