Ritratti d’artista ad alta voce / Maggi Hambling (1945)
Eccomi all’inizio, dove ho convenuto di essere, e non so cosa fare. I disegni che seguono raccontano la propria storia e parlano da sé in maniera così diretta e nuda da lasciare senza fiato. Aggiungere parole equivarrebbe a ve-stirli, e a distrarre dalla loro nudità. Direi di più: aggiungere parole – qualunque parola – rischia di essere una forma di censura.
La persona amata non può essere descritta a terzi. Non perché l’amore sia cieco, ma perché l’amante ha scoperto e ha avuto modo di vedere qualcosa che di solito si cela. Gli amanti si spogliano vicendevolmente con passione, e parte della promessa racchiusa nella passione fisica è la possibilità di mettere a nudo anche un’anima: una promessa talvolta soddisfatta, spesso no. Eppure, quando lo è, gli amanti si rivelano reciprocamente qualcosa che al resto del mondo è nascosto.
La rivelazione può essere fugace o quasi istantaneamente celata o negata, ma di rivelazione si è trattato, e per loro natu- ra le rivelazioni non sono comunicabili in nessun linguaggio quotidiano in uso nel mondo. Da qui la solitudine dell’amore.
Essere amati è essere smascherati. Il verbo «smascherare», nell’uso corrente, implica che ciò che si nasconde dietro la maschera sia ignobile, che la maschera venga indossata per dare un volto migliore a qualcosa che, se mostrato, sarebbe indesiderabile. Quando l’amore smaschera, il senso si inverte e si arriva alla conclusione opposta: quel che si cela dietro la maschera si rivela più amabile (talvolta perfino più nobile) di ciò che essa simula. Non c’è amore senza nudità.
Di che cosa è fatta una maschera? Di una reputazione con le sue esagerazioni. Un viso con le sue espressioni. Uno stile di vita con le sue acquisizioni. Un paio d’occhi con i suoi segnali chiari e inequivocabili. Un corpo con le sue pose. Praticamente tutto ciò che di personale si presenta al mondo funge da maschera. È la vita sociale a richiederlo. In certe culture la teatralità della maschera ha avuto pieno riconoscimento, in altre (come la nostra) è estremamente confusa, ma in ogni caso le maschere sono necessarie. Lo smascheramento dell’amore va oltre la necessità. Da qui la sovversione dell’amore.
All’origine di quest’opera comunitaria c’è un sentimento di gratitudine. Per l’ospitalità che John Berger ci offre con e nei suoi testi raccolti in Ritratti (il Saggiatore 2018), per la sua scrittura che invita amorosamente a guardare e guardare ancora, con attenzione e sorpresa, per la sua capacità di portarci con sé negli atelier degli artisti e nel mistero del loro fare, nel tempo e nello spazio.
Ascolta la versione integrale del podcast Per John B. su Okta Film. Un progetto a cura di Maria Nadotti.