Ritratti d'artista ad alta voce / Mark Rothko (1903-1970)
Dopo essere stato a Basilea, ho l’impressione che l’opera creata da Rothko nel corso della sua intera vita componga una storia, una storia che somiglia un po’ a una favola. La storia ovviamente non racconta tutta la verità – quale storia lo fa? – ma forse rende un po’ più chiara la vera sostanza del suo successo.
Marcus nasce il 25 settembre (segno Bilancia) 1903, a Daugavpils, in Lettonia. Sei anni dopo suo padre emigra a Portland, in Oregon, dove lavora nell’industria dell’abbigliamento.
Nel 1913 l’intera famiglia Rothkowitz, incluso Marcus, lo raggiunge. L’anno dopo il padre muore. A undici anni Marcus vende giornali, ma è brillante a scuola e a diciassette anni vince una borsa di studio per Yale. È interessato alla filosofia e, più di ogni altra cosa, al teatro e alla musica. Non sviluppa un vero interesse per la pittura che dopo i vent’anni. Nel 1940, a trentasette anni, anglicizza il proprio nome in Mark Rothko.
Quanti sono gli artisti ebrei della sua generazione che lasciano il proprio paese? Il numero aiuta a definire il xx secolo, che si è appena concluso. Eppure l’arte di Rothko ha un modo inimitabile di affrontare l’emigrazione – e non solo l’emigrazione ebraica. Gli altri artisti erano più nostalgici, più personali, più avventurosi, più tormentati, ma nessun altro – o almeno così mi pare – ha capito che il dramma della migrazione poteva capovolgere il linguaggio della pittura. Proverò a spiegarmi.
La prima commissione che ricevette – era il 1927 – fu di disegnare le mappe e le illustrazioni per un libro, pubblicato a New York, intitolato The Graphic Bible: From Genesis to Revelation in Animated Maps and Charts. (Non l’ho mai visto, ma forse il titolo era profetico.)
All’origine di quest’opera comunitaria c’è un sentimento di gratitudine. Per l’ospitalità che John Berger ci offre con e nei suoi testi raccolti in Ritratti (il Saggiatore 2018), per la sua scrittura che invita amorosamente a guardare e guardare ancora, con attenzione e sorpresa, per la sua capacità di portarci con sé negli atelier degli artisti e nel mistero del loro fare, nel tempo e nello spazio.
Ascolta la versione integrale del podcast Per John B. su Okta Film. Un progetto a cura di Maria Nadotti.