Ritratti d'artista ad alta voce / Piero della Francesca (1416/1417 ca.-1492)
Dopo aver letto il Galileo di Brecht ho riflettuto sul dilemma dello scienziato.
E sono rimasto colpito da quanto sia diverso da quello dell’artista. Lo scienziato può rivelare o nascondere i fatti che, sostenendo la sua nuova ipotesi, lo avvicinano alla verità. Se deve combattere, può farlo basandosi
su una prova. Per l’artista invece la verità è variabile. Egli si occupa della particolare versione, del particolare modo di vedere che ha scelto. L’artista non ha niente su cui basarsi – tranne le proprie decisioni.
È questo elemento arbitrario e personale dell’arte a far sì che per noi sia così difficile essere sicuri che stiamo seguendo con precisione i calcoli dell’artista o capendo appieno il suo procedimento mentale. Davanti alla
maggioranza delle opere d’arte, come con gli alberi, riusciamo a vedere e valutare solo una parte del tutto: le radici sono invisibili. Oggi questo elemento misterioso viene sfruttato e abusato. Molte opere contemporanee sono quasi interamente sotterranee. Perciò è tonificante e confortante guardare l’opera dell’uomo che probabilmente ha nascosto meno di qualsiasi altro artista in qualsiasi epoca: Piero della Francesca.
Berenson elogia “l’ineloquenza” dei dipinti di Piero: “Dopo sessant’anni d’intima dimestichezza con opere d’arte d’ogni specie, d’ogni clima e d’ogni tempo, sono tentato di concludere che a lungo andare le creazioni più soddisfacenti sono quelle che, come in Piero e in Cèzanne, rimangono ineloquenti, mute, senza urgenza di comunicare alcunché, senza preoccupazione di stimolarci col loro gesto e il loro aspetto”. Questa ineloquenza è vera per quanto riguarda i protagonisti di Piero. Ma se i suoi dipinti dicono cos. poco dal punto di vista drammatico, essi dicono una quantità inversamente proporzionale di cose su come funzionava la sua mente. Non ne rivelano la psicologia.
Rivelano i processi del suo pensiero conscio. Sono lezioni aperte sulla logica nella creazione di ordine. E può darsi che la proporzione inversa esista perché, come l’obiettivo della macchina è di economizzare lo sforzo, cos. l’obiettivo del pensiero sistematico è di economizzare il pensiero. Rimane comunque vero che di fronte a un Piero si può essere perfettamente sicuri che tutte le corrispondenze o le coincidenze di cui ci accorgiamo sono deliberate. Tutto è stato calcolato. Le interpretazioni sono cambiate, e cambieranno ancora. Ma gli elementi del dipinto sono fissati una volta per tutte e con assoluta premeditazione.
All’origine di quest’opera comunitaria c’è un sentimento di gratitudine. Per l’ospitalità che John Berger ci offre con e nei suoi testi raccolti in Ritratti (il Saggiatore 2018), per la sua scrittura che invita amorosamente a guardare e guardare ancora, con attenzione e sorpresa, per la sua capacità di portarci con sé negli atelier degli artisti e nel mistero del loro fare, nel tempo e nello spazio.
Ascolta la versione integrale del podcast Per John B. su Okta Film. Un progetto a cura di Maria Nadotti.