This is Plastic

4 Febbraio 2014

La nuova sede di via Gargano, vicino ai fantasmi delle industrie passate e di fronte a un ufficio notturno degno di Hopper che smista implacabilmente la posta, accoglie i visitatori con una sequenza notevole di lampadari che pendono dal soffitto. Una panoplia di cristalli, che si riflettono tra di loro, e vengono magnificati dalle luci sulla pista, o dai bracciali di strass di un ragazzo dall’elaborata acconciatura con in mano un White Russian, o forse è Ginger Ale.

 

 

Alle pareti video che danno film noir e forti opere pittoriche, dal segno pop, che si debbono a Nicola Guiducci. Nella stagione in corso spicca un Robin allusivo, che reca messaggi piccanti; e d’altro canto il “Picasso dei dj”, è da sempre attratto dalla moltiplicazione dei segni e dei sensi, nella sua attività di disegnatore (in evidenza nella rivista NG, realizzata negli scorsi anni e nei  visuals del recente progetto The House of Bordello), come in quella di strepitoso mago delle piste, che può far danzare al ritmo de La ballata de l’amore cieco di Fabrizio De Andrè, come dei più pungenti successi club della scena attuale. L’importante è il filo del racconto, quella precisa drammaturgia di immagini e musiche che costituisce da sempre la sigla Plastic, raccontata in tante serate piene di ospiti celebri o meno.

 

 

Tutti hanno i loro aneddoti, la loro versione (chi scrive ricorda un ringhioso Mickey Rourke, all’apice del divismo, che litigava con il suo ennesimo cocktail),  oggi va in scena alla Mediateca di Santa Teresa, luogo fascinoso ma spesso non troppo frequentato, il film This is Plastic di Patrizio Saccò (produzione Plunger Media), dove Guiducci agisce come narratore. Il riassunto è impossibile, meglio affidarsi alle istantanee di notti lunghi e piene di sorprese, dove vengono a punto look e modi di dire, dove gli sguardi desideranti si incrociano secondo le strategie della consolle. Tenendo sempre bene a mente che sullo sfondo sono sempre in attesa tutti i party di domani, come recitava l’antico inno dei Velvet Underground.

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