Speciale
Se una rosa è una rosa
Se una rosa è una rosa è una rosa è una rosa, anche una fontanella è una fontanella è una fontanella è una fontanella. Anzi lo è ancor di più: è una quinta volta una fontanella, soprattutto d’estate, quando il solo guardarla dà sollievo, senza contare il richiamo al ruscello del suo gorgogliare nella conca sotto.
Se la prima è pura contraddizione sotto tante palpebre, la seconda rischia di diventarlo: sonno di nessuno, sogno di nessuno, perché vogliono farla sparire dalla faccia di quest’Italia balorda e sbalordita. E dove farà il bagno scotendo le sue piccole penne l’uccellino, dove la barba il barbone col suo asciugamano sulle spalle, dove potrà immergere il suo capo bianco nel lungo viaggio agostano in bici da Milano a Sesto per un po’ di sollievo Federico? Ah faticate sculture della premiata ditta Tal dei Tali, specializzata in fusioni di ghisa; sembra facile, ma provateci voi a fare uscire in conchiglia senza sbavature lo stemma del municipio orgoglioso della sua araldica. Chiudete i battenti e tutti a casa!
Ho visto un bambino che avvicinatosi quatto quatto e sfidando lo sguardo disattento della sua mamma immergeva felice i suoi piedi nella conca, scarpette comprese: la prima e fondamentale ribellione non sarà più possibile e tristi gnorsì del futuro affolleranno banche e borse. Ho visto il mio cane, nobile, conoscete i maremmani? bere dal limpido getto senza toccare l’ugello. In montagna, saldato alla sua bocca, faceva un freddo barbino, ho visto un cannolo di ghiaccio immobile e splendente al sole sullo sfondo blu: una scultura e una pittura effimere. Sarà per l’ultima volta?