Speciale

Tavoli | Italo Lupi

12 Maggio 2014

Non sapevo, non avevo mai notato, che Italo Lupi fosse mancino, come me. Gli "attrezzi del mestiere" di grafico sono lì, a sinistra del pc, pronti all'uso. Fogli bianchi, matite, penne colorate, pennarello punta grossa. Forse per fare il grafico basta questo. Non saprei, ma credo di poter dire di sì, se il tavolo sia stato "preparato" per lo scatto. Troppo nitido, come un biglietto da visita che serve a presentare l'anima progettuale di Lupi. A destra i compassi d'oro, una tavola di un illustratore a lui caro (forse un Rockwell, ma direi uno di scuola anglosassone, cui iscriverei di diritto Lupi), alcuni suoi lavori a ricordare un universo concettuale entro cui muoversi (appunti di lavoro, in una grafia perfetta), rivista Rolling Stone (non è un caso), un libro Corraini...


L'asse del tavolo è spostato a sinistra; il calendario (con alcune idee grafiche stupende) a dettare il ritmo; una presenza, quella della scultura, credo a fare da monito di un'esperienza o di radici profonde.
C'è posto per le sedie, almeno quattro oltre quella di Lupi: segno che il lavoro è fatto di idee proprie e di confronto, di valutazioni, di scambio e relazione. Il pc, al momento, sembra spento, o in azione solo per diffondere musica. Niente di male: anzi. L'importante, per un grafico, è tenere accese le idee. E a portata di mano matita e carta.

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