Sergio Nelli. Orbita clandestina

29 Settembre 2011

Orbita Clandestina di Sergio Nelli (Einaudi, pp. 195, € 13) è un romanzo scritto come un diario.

Lo spazio fra le sue pagine dà forma a un’immensa parentesi: l’intervallo temporale che separa Dario, professore in congedo, dall’intervento chirurgico per un trapianto di cuore.

Tutto viene registrato con cura; una mole di piccoli dettagli con i quali ripararsi dall’irrompere del caso.

 

Anche la scrittura ne è un potente alleato: la voce del protagonista ha il tono uniforme e rassicurante delle cantilene. Nei brevi capitoli di cui il libro si compone, ricordi lontani e istanti appena vissuti, scivolano nel solco di una corrente che trascina via ogni evento narrato.

 

Il racconto è aperto dall’incontro con Gao, prostituta cinese, verso cui Dario è spinto dal bisogno di un’intimità che solo il sesso riesce a rendere immediata; l’arma efficace contro l’incertezza dell’attesa. Per il resto il romanzo è lo specchio delle giornate e dei pensieri del protagonista: una lunga fila di istantanee che il lettore impara a conoscere, i figli Leonardo e Betta, il vecchio padre, gli amici, i suoi libri con i fiori messi a seccare; brevi momenti fatti di parole.

 

Si intuisce così a ogni riga, che Orbita clandestina è un romanzo sulle forme del tempo.

Ma qualcosa non va nella giusta direzione. Il tempo sospeso della malattia affianca i momenti della vita quotidiana e si alterna al tempo cosmico delle sfere celesti, che fa da contrappunto alla narrazione, senza trovare uno sbocco prospettico, il vero punto di fuga.

Scompaiono anche le tracce di un incerto orizzonte ultraterreno: il paradiso di Dario è fatto di oggetti e momenti appartenuti a giorni ormai trascorsi, a cui lui si aggrappa, come a un’ultima speranza.

 

Eppure si giunge al termine della storia con la curiosità di conoscere la conclusione, anche se nulla sembra trovare un proprio esito. A farsi largo è l’impressione che questo romanzo non abbia né un inizio né una fine, sospeso a orbitare in uno spazio vago e indistinto, come la vita del protagonista.

 

Solo alcuni istanti hanno la forza di staccarsi dal flusso immobile della narrazione: sono gli incontri fra Dario e l’orbita clandestina che dà il titolo al libro, la giovane Gao; momenti di intensa complicità, che gettano le basi per una possibile relazione futura e riversano nel racconto le parole di una lingua intima e segreta. Bagliori di lampi in un cielo scuro.

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