Cambiamento climatico / Siracusa: cinquanta gradi all’ombra

16 Agosto 2021

E così ci siamo ritrovati su tutti i giornali e sui siti internet. Ma no, non era per la mafia la corruzione la degradazione, la povertà. E nemmeno per – che suonino i mandolini – il sole il mare la storia i monumenti le bellezze il cibo (anzi, il “food”). Nossignore, qui a Siracusa ci siamo ritrovati su tutti i giornali perché abbiamo battuto il record europeo del caldo. Altro che olimpiadi. Per la precisione, a batterlo è stata la cittadina di Floridia, a due passi da Siracusa, nelle cui contrade si è registrata la temperatura di 48,8 gradi, se non erro. Decisamente una novità il fatto di ritrovarci nelle prime pagine non per un fatto di sangue o corruzione e peculato; o per qualche servizio tutto caponata-bellezza-vacanze. Ma la verità è che avremmo preferito farci notare per un altro tipo di record.

 

Che so, quello per i trasporti urbani più efficienti, per la miglior percentuale di raccolta differenziata, per il minor tasso di abbandono scolastico, per la sconfitta della mafia e dei free rider che si sono incistati nelle nostre città del Sud e continuano a campare a scrocco sulle spalle dei poveri cretini che pagano le tasse. Questo sì che ce lo saremmo auspicato. La sensazione purtroppo è che la baracca stia crollando sotto il peso degli invisibili che non studiano-non lavorano-non vanno al cinema-non guardano la tv (ma spacciano). E quindi, assecondando un certo punto di vista fatalmente apocalittico, la pioggia di fuoco che ci è piombata addosso forse è stata una punizione per la nostra stessa insipienza.

 

 

Da quel che ho capito, in città quest’ondata di caldo è stata vissuta in tutti gli ambienti come un eccellente argomento di discussione. Per una volta l’attenzione del siracusano medio, quello che se va in giro agghindato come un cosplayer di Gomorra, è stata spostata da quello che era il più grande problema che la città avesse mai affrontato dai tempi della conquista romana e forse persino della guerra con gli ateniesi. Mi sto riferendo alle piste ciclabili, la cui garibaldina introduzione sulle nostre strade ha fatto infuriare il volgo. Poco importa se da decenni la mafia ci sputa in faccia, se intere generazioni di giovani, spesso laureati, sono dovuti scappare in cerca di uno straccio di lavoro, solo l’introduzione delle piste ciclabili ha fatto accalorare i più.

 

La faccenda è stata vista come un’onta al cittadino medio, e al possessore di Suv largo nove metri, che si è visto restringere la carreggiata per permettere ai ciclisti radical chic comunist-pacifist-vegani di scorrazzare impunemente. Per mesi non si è parlato d’altro. Secondo gli spiriti più visionari le ambulanze non sarebbero più state in grado di circolare e ci sarebbe stata una strage di innocenti. I ciclisti sono insomma l’incarnazione di Satana, portati qui dal demone progressista, voluti da una cricca di liberal che vogliono sovvertire l’ordine costituito, Dio-patria-scarpe orrende-bingo-famiglia. Per i più è stato naturale concludere, anche in questo caso, che la pioggia di fuoco fosse una punizione per i nostri peccati.

 

 

La verità, però, è che già qualche giorno prima del record di sudarella la città era un inferno con un tasso di umidità allucinante. La verità è che non piove e la paura della siccità, come dei temporali che potrebbero seguire alla siccità, non ci fa dormire la notte. Che tutti i problemi di una piccola città del Sud svaniscono di fronte allo spettro più grande. Tutto si sfarina, anzi, si cuoce al sole del riscaldamento globale, l’analfabetismo di ritorno, l’abbandono scolastico, le ristrettezze fisiche e mentali di questa bellissima ma crudele matrigna, che ha cacciato a calci in culo fuori dai suoi confini intere generazioni. Siracusa avrebbe fatto volentieri a meno di questa medaglietta, anche perché non saremo noi, una piccolissima città, a esorcizzare il fantasma globale del cambiamento climatico, ma tutto sommato grazie a questo record per qualche giorno i suoi abitanti hanno smesso di abbaiare contro le piste ciclabili, i vegetariani, la zona a traffico limitato. E nonostante ci fossero cinquanta gradi, credetemi, si stava più freschi.

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