Primo Levi: il 5 maggio (1986)
1. Breve storia del Gusto dei contemporanei
Il gusto dei contemporanei nacque nel 1980 per iniziativa di un gruppo di insegnanti pesaresi; dopodiché coinvolse per oltre vent’anni tutte le scuole superiori cittadine, sempre in stretta collaborazione con l’amministrazione comunale.
Semplice e rigorosa la formula: individuato di comune accordo un autore, lo si contattava al termine dell’estate per invitarlo a Pesaro; dopodiché si leggevano/studiavano i suoi libri per un intero anno scolastico, con confronti periodici tra docenti e studenti. L’incontro finale completava un percorso di studio in maniera non banale: a “interrogare” l’autore infatti erano gli studenti. Il primo incontro, con Leonardo Sciascia, risale al 1980; l’ultimo, con Giovanna Marini, al 2003.
Il gruppo promotore era formato da otto insegnanti, impegnati nei diversi istituti superiori: Maria Annunziata Brugnettini, Anna Brunori, Elisabetta Cappelletto, Luciana Costantini, Laura De Biagi, Adina Santini, Orietta Togni e Paolo Teobaldi: tutte donne tranne il sottoscritto (le “quote rosa”, a me, mi fanno un baffo).
Questi gli autori del Gusto dei contemporanei (in ordine cronologico): Leonardo Sciascia, Paolo Volponi, Umberto Eco, Italo Calvino, Andrea De Carlo, Mario Rigoni Stern, Daniele Del Giudice, Mario Luzi, Alberto Moravia, Mario Pomilio, Edmond Jabès, Roberto Pazzi, Alfredo T. Antonaros, Primo Levi, Francesca Sanvitale, Alda Merini, Sebastiano Vassalli, Eraldo Affinati, Rosetta Loy, Raffaello Baldini, Vincenzo Consolo, Giuseppe Pontiggia, Domenico Starnone, Giovanna Marini. Nomi importanti, accanto ad alcuni “giovani scrittori”, allora meno affermati di oggi (il corsivo segnala gli incontri annullati all’ultimo momento per indisposizione fisica dell’Autore).
Il gusto dei contemporanei è stato anche un’iniziativa editoriale. Col sostegno di alcuni istituti di credito locali (prima la Banca Popolare Pesarese, poi la Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro) il gruppo redazionale riuscì a pubblicare, su venti incontri, dieci quaderni monografici, i quali per ciascun autore riproponevano la trascrizione del dibattito con gli studenti, arricchita da interventi critici inediti, una bibliografia aggiornata e una serie di illustrazioni. Progetto grafico del maestro Michele Provinciali; la stampa dei Quaderni (ad eccezione del n. 6) è sempre stata curata dalla storica tipografia Annesio Nobili di Pesaro (già stampatore di Monaldo Leopardi).
Elenco dei Quaderni del Gusto dei contemporanei:
-
-
Quaderno n. 1, Paolo VOLPONI, Pesaro, 1985 (Immagini e progetto grafico: Michele Provinciali; interventi critici: Alfonso Berardinelli; Gian Carlo Ferretti; due testi inediti dell’autore; bibliografia curata da Guido Santato);
-
Quaderno n. 2, Daniele DEL GIUDICE, Pesaro, 1986 (Immagini: Michele Provinciali; interventi critici: Giorgio Barberi Squarotti; Renato Minore; Geno Pampaloni; bibliografia a cura dell’autore);
-
Quaderno n. 3, Italo CALVINO, Pesaro, 1987 (Immagini: Franco Fiorucci: interventi critici: Mario Barenghi e Paolo Mauri; bibliografia a cura della redazione);
-
Quaderno n. 4, Mario LUZI, Pesaro, 1987 (Immagini: Claudio Cesarini; interventi critici: Anna Panicali, Antonio Prete, Giancarlo Quiriconi; con un inedito di Mario Luzi; bibliografia a cura della redazione).
-
Quaderno n. 5, Edmond JABÈS, Pesaro, 1988 (Immagini: Claudio Cesarini; interventi critici: Davide Bigalli e Roberto Carifi; bibliografia a cura di Laura De Biagi).
-
Quaderno n. 6, Alfredo T. ANTONAROS, Pesaro, 1989 (Immagini: Loreno Sguanci; due testi inediti dell’autore; interventi critici: Renato Barilli, Enrico Ragazzoni, Roberto Roversi, Paolo Volponi; bibliografia a cura di Maria Giulia Venosta);
-
Quaderno n. 7, Primo LEVI, Pesaro, 1990, a cura di Luciana Costantini e Orietta Togni (Immagini: Giorgio Bompadre; interventi critici: Francesca Sanvitale, Cesare Segre, Domenico Porzio; bibliografia a cura della redazione);
-
Quaderno n. 8, Mario RIGONI STERN, Pesaro, 1999, a cura di Paolo Teobaldi (Immagini: Sergio Pari; interventi critici: Ernesto Ferrero, Tullio Kezich; due testi dell’Autore; bibliografia a cura della redazione);
-
Quaderno n. 9, Eraldo AFFINATI, Pesaro, 2000, a cura di Elisabetta Cappelletto e Orietta Togni (Immagini: Sergio Pari; interventi critici: Massimo Raffaeli, Giulio Ferroni, Ermanno Paccagnini; con un testo inedito dell’Autore; bibliografia a cura dell’autore);
-
Quaderno n. 10, Francesca SANVITALE, Pesaro, 2002, a cura di Luciana Costantini (Immagini: Giuseppe Adragna; interventi critici: Laura Barile, Maria Antonietta Grignani, Michele Mari; bibliografia a cura dell’autore).
Né va dimenticato il ciclostilato Incontro dello scrittore Leonardo SCIASCIA con gli studenti dell’Istituto Genga di Pesaro / 19 aprile 1980, che in un certo senso rappresenta l’incunabolo dell’intera iniziativa.
I Quaderni del Gusto dei contemporanei purtroppo sono esauriti da tempo. In compenso, a gentile richiesta (ma anche senza) ogni tanto vengono riproposti da diverse parti. Ad esempio: il dibattito di Calvino con gli studenti (Cfr. Quaderno n. 3, Italo Calvino) compare integralmente in Italo Calvino, Sono nato in America. Interviste 1951-1985 (a cura di Luca Baranelli con introduzione di Mario Barenghi), Mondadori, 2012; quello di Mario Luzi (Cfr. Quaderno n. 4, Mario Luzi) è stato ripreso recentemente dalla rivista Istmi. Tracce di vita letteraria (n. 34, 2014); quello di Primo Levi (Cfr. Quaderno n. 7, Primo Levi), da cui appunto è partito l’interesse della fondazione modenese, si ritrova anche nel sito del Centro internazionale di studi Primo Levi.
-
2. Arrivano i modenesi (2012-2014)
Gli anni passano (“i bimbi crescono, le mamme imbiancano…”, cantava Gino Latilla) e a distanza di quasi sei lustri la fondazione Villa Emma - I bambini salvati dalla shoah, con sede a Nonantola (MO) si attiva per ricostruire la giornata pesarese di Primo Levi (5 maggio 1986): una delle ultime uscite pubbliche dell’autore prima della sua morte (11 aprile 1987). Primi contatti, giro di telefonate, mente locale: l’incontro si era svolto al Teatro Rossini da poco restaurato, concesso per la prima (e unica) volta al Gusto dei contemporanei, con le comprensibili raccomandazioni del caso (vietatissime sigarette e gomme da masticare).
La cassetta originale con la registrazione in vhs dell’incontro, ormai un po’ nebulosa per via del tempo trascorso, viene riversata in dvd a cura della Biblioteca Bobbato di Pesaro: nei cui locali i rappresentanti della Fondazione incontrano più di una volta alcuni insegnanti del Gusto dei contemporanei. Si riaccende la memoria su oltre vent’anni di lavoro, riaffiorano i ricordi, le soddisfazioni, le delusioni (come quando l’incontro preparato da mesi saltava all’ultimo momento per motivi di salute); le incomprensioni con alcuni presidi.
I vecchi docenti, cioè le professoresse, vengono invitati/e a parlare davanti a una telecamera. Non tutti, purtroppo, sono disponibili, anche per motivi di salute. Riaffiorano aneddoti, dettagli, nomi di colleghi, di alunni. Con una differenza: i colleghi che negli anni ottanta erano quarantenni, nel 2013 hanno un’età compresa tra i sessanta e i settanta; gli studenti di allora sono splendidi quarantenni. Il tipografo dei quaderni, Renato Tripaldelli, è ancora sulla breccia, alla guida della storica tipografia Nobili con moglie e figlia. Si cerca comunque di ricostruire il clima di quegli anni, le finalità di un progetto chiamato Il gusto dei contemporanei anche perché mirava a trasmettere il piacere della lettura al di là degli obblighi e dei programmi ministeriali. Si rimettono a fuoco le peculiarità dell’iniziativa, che in fondo ne costituivano il sale.
Il fatto, ad esempio, che l’incontro con l’autore si svolgeva solitamente in primavera lasciava un certo margine di tempo per saggiarne l’opera nel suo complesso, oltre alle pagine canoniche cristallizzate sui libri di testo. E dato che all’iniziativa partecipavano tutte le scuole superiori cittadine, c’era la possibilità di affrontare anche le opere minori dell’autore invitato. Certo, parlare di opere minori nel caso di Levi (o di Calvino) può suonare come una bestemmia ma, nella fattispecie, ricordo che in quel lontano anno scolastico decisi di leggere con i miei studenti non solo Se questo è un uomo e La tregua ma anche le pagine divertenti, comiche addirittura, presenti in diversi suoi lavori (Cfr. La chiave a stella, L’altrui mestiere…)
Per diversi anni, all’incontro mattutino, che di solito si svolgeva al Teatro sperimentale, seguiva un simpatico momento conviviale offerto dalla scuola dove allora insegnavo, l’Istituto alberghiero S. Marta: al pranzo partecipavano rappresentanti di tutte le classi che avevano aderito all’iniziativa.
Molto curata la comunicazione, in particolare la grafica dei manifesti, degli inviti e, dal 1985, dei Quaderni. I manifesti (in serigrafia, cm 100 x 70) erano di Massimo Dolcini: quelli della prima serie cambiavano disegno ogni anno; quello della seconda serie (il cameriere che regge due vassoi carichi di libri) divenne il logo dell’iniziativa, cambiando solo gli abbinamenti di colore per ciascun autore. Il progetto grafico dei Quaderni (formato quadrotto, cm 27 x 28) ) era di Michele Provinciali, che (con Albe Steiner) era stato uno dei maestri di Massimo Dolcini; le illustrazioni erano donate da importanti artisti: lo stesso Michele Provinciali, Claudio Cesarini, Sergio Pari
Infine un dettaglio che oggi può sembrare incredibile. Per quanto famosi, gli autori non chiedevano particolari compensi: di fatto si accontentavano del rimborso-spese, poco più che simbolico, consentito dal nostro bilancio: il quale era ridotto all’osso anche perché noi insegnanti abbiamo sempre portato avanti l’iniziativa per passione (cioè gratis), come ci sembrava giusto che fosse. In casi particolari, comunque, il sindaco metteva a disposizione dell’autore l’auto blu del comune. Successe con Moravia, con Calvino, con Pomilio (reduce da un intervento chirurgico), con Alda Merini (ma l’auto tornò sola, perché la poetessa era ricoverata in clinica…).
Dopo una ventina d’anni Il gusto dei contemporanei finì il suo ciclo per un insieme di motivi di varia natura: culturale e politica, oltre che anagrafica: “un gomitolo di concause”, avrebbe detto Gadda. Erano cambiati i tempi: la scuola italiana e la società nel suo complesso avevano preso una direzione che non ci piaceva per niente, di cui non condividevamo i principi, e che anzi col nostro lavoro, e nei limiti delle nostre forze, avevamo cercato di contrastare. Cominciavano a circolare, come grandi verità, parole d’ordine fasulle: “scuola-azienda”, “insegnante-erogatore”, “preside-manager”. E mentre lentamente ma inesorabilmente ad uno ad uno scomparivano gli scrittori che erano stati importanti punti di riferimento culturale e morale (Sciascia, Calvino, Levi, Volponi…) entrava in scena una nuova genia di scrittori molto prolifici e molto attenti all’autopromozione, capaci di muoversi abilmente tra nuovi mezzi e nuove occasioni: talk-show, premi e festival letterari, reading, kermesse.
L’ultimo incontro del Gusto dei contemporanei fu quello, indimenticabile, con la musicista Giovanna Marini (primavera 2003).
-
3. Il documentario su Primo Levi a Pesaro
Oggi (2014) rivedere il documentario (di Alessandro e Mattia Levratti, Ivan Andreoli e Fausto Ciuffi) su Primo Levi a Pesaro fa una certa impressione.
Al di là di qualche amarognola considerazione sul tempo che passa, il dvd ricostruisce molto bene, a mio giudizio, il senso della nostra iniziativa, il lavoro di quegli anni, l’importanza di aver conosciuto e fatto conoscere meglio a molti studenti (o forse, di averne solo sfiorato la veste) autori come Primo Levi, come Calvino, come Volponi come Sciascia…
Certo, tutto-tutto non c’è, non può esserci, anche perché nell’arco di trenta-quarant’anni molti documenti sono andati perduti e alcuni testimoni sono scomparsi. Ma forse è giusto così. Certe cose meglio dimenticarle.
Per cui, al termine della prima proiezione pubblica del dvd (27 gennaio 2014, di nuovo al Teatro Rossini) ero senza parole, perché troppo emozionato. Avrei potuto cavarmela con una vecchia battuta di Paolo Villaggio, magari imitandone la voce (“In realtà io ho i capelli corvini, ma ogni settimana me li faccio tingere di bianco per non umiliare i miei coetanei…”) ma ho preferito tacere: idem le colleghe della redazione.
Di una cosa però sono sicuro: il documentario su Primo Levi a Pesaro (l’idea, la regia, le riprese, la scaletta, la scelta delle location, la sceneggiatura, il montaggio), insomma il filmato è opera dei fratelli Levratti, di Ivan Andreoli e di Faustro Ciuffi. Il Gusto dei contemporanei invece, comprese le rughe, era opera nostra.
E, riguardandolo, mi rasserena la sequenza di quel ragazzino (che non conosco), figlio di una studentessa di allora (che non conosco), che pedala tranquillamente per i viali della zona-mare.
(Pesaro, 25 aprile 2014)