I fiori del gelo
Ha i suoi fiori anche l’inverno: ellebori, camelie sasanqua, gialli gelsomini (jasminum nudiflorum). Ma il fiore del gelo è il Chimonanthus praecox o calicanto invernale. Arbusto cinese, rustico, dal portamento rigido, un po’ sgraziato: i giardinieri accorti lo accompagnano a cespugli più composti dalla fioritura diversificata, lo addossano a muri a secco o a fianco di sempreverdi esaltanti il giallo paglierino dei fiori.
Quando le lunghe foglie lanceolate cadono, sui rami spogli i boccioli ascellari sono già pronti. Da dicembre a febbraio, i fiorellini di cera si aprono e mostrano un cuore rosso cupo e profumatissimo. Non hanno corolla né petali e, come suggerisce l’etimo (calicanto: fiore a calice), è il calice a sfrangiarsi in sepali traslucidi, quasi trasparenti.
Nelle serene mattine d’inverno, è un piacere intenso sentire la scia dolce, vanigliata, che il freddo esalta contrastandola nella giusta misura. È una fragranza che pare nuova tant’è antica.
Ne esistono tuttavia anche varietà a fioritura estiva come il nord americano Calycanthus floridus, dai grandi fiori apicali di un bel rosso granato che sanno di caramella. Ma per la definizione dei sentori lasciamo la parola a Niccolò Tommaseo che così li cataloga:
Il calicanto florido ed il calicanto precoce : il primo fa i fiori muniti di un calice frastagliato in lacinie lineari, di un odore che sente l’ananasso. Il secondo è notevole ancor esso per i fiori, che spuntano assai per tempo inna
nzi alle foglie, e mandano un odore soave analogo a quello del giacinto d’Oriente.
Praecox o floridus, fortunato chi può godere di un vecchio calicanto in giardino così profumato da pregare gli dei di farlo totum nasum (Catullo, XIII).