Il regalo perfetto del signor Coniglio

27 Marzo 2024

Il signor coniglio e il regalo perfetto, scritto da Charlotte Zolotow e illustrato Maurice Sendak, appena uscito per Adelphi, tradotto da Lisa Topi, per la collana I cavoli a merenda, è un delizioso libro illustrato fondato su due temi che ricorrono con insistenza nella letteratura per l’infanzia: la ricerca di un dono per una persona cara e il personaggio dell’aiutante magico, entrambi dichiarati in quello che senza dubbio è un titolo meraviglioso. 

Il coniglio è bianco e snello, un po’ umano nei modi galanti: grazie alle lunghe orecchie supera in altezza la bambina. La bambina, con un giacchetto e una gonnella rosa, porta un cappello di paglia, molto adatto alla campagna, ambiente in cui si svolge la storia.  

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Il libro comincia con l’incontro della bambina con il coniglio: lei scende lungo un viottolo e, alla curva, ecco il coniglio comodamente seduto su una pietra. Siccome questo è un libro per lettori esigenti, il testo comincia senza far perdere loro tempo: 

«Signor Coniglio,» disse la bambina «mi serve aiuto». 
«Aiuto? Se posso, te lo darò senz’altro, bambina» disse il Signor Coniglio.
«È per mia madre, Signor Coniglio» disse la bambina.
«Tua madre?» disse il Signor Coniglio.
«È il suo compleanno» disse la bambina.
«Tanti auguri a lei!» disse il Signor Coniglio. «Che cosa le hai regalato?»
«Ecco, è per questo che mi serve aiuto,» disse la bambina «non le ho ancora fatto un regalo».
«Non hai un regalo di compleanno per tua madre?» disse il Signor Coniglio. «Sei proprio nei guai, bambina».
«Devo trovare qualcosa che le piaccia» disse la bambina.
«Qualcosa che le piaccia mi sembra un bel regalo» disse il Signor Coniglio.

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Non c’è dubbio che si tratti di un dialogo bellissimo. Non sappiamo se questo coniglio e questa bambina si conoscessero già, quando si trovano alla curva dello stradello, qualcosa fa pensare di sì, ma qualcosa di no. Questa incertezza, magistralmente resa dall’autrice e dall’illustratore, rende la storia solo più affascinante e a nessuno interessa accertare quella che si potrebbe chiamare verità, se non fosse un ininfluente dettaglio. Una storia è bella per come è raccontata, e questa lo è benissimo. Infatti, il libro, nel 1962, quando uscì, fu premiato con la Caldecott Medal Honor Book, il più alto riconoscimento statunitense per libri illustrati per ragazzi. La giuria sicuramente era al corrente che l’arte di fare regali è cosa di pochi e dunque si può avere bisogno di un coniglio bianco per sbrigarsela. Pochissimi, infatti, non solo sanno comprendere quel che piace agli altri, ma persino che il miglior presupposto per fare un regalo riuscito è che «qualcosa che le piaccia è un bel regalo». Pare assurdo, ma se proviamo a rammentare quanto cose perfettamente sbagliate abbiamo ricevuto in regalo nella nostra vita, intuiamo quanta verità risieda nelle parole di questo misterioso Signor Coniglio. Misterioso come tutti gli aiutanti magici che giungono inaspettati su questa terra, sotto forma di personaggio di libro o di creatura.

Qualche giorno fa, in una serie di incontri presso alcune scuole, ho incontrato diverse classi di prima elementare. Con i bambini durante gli incontri a un certo punto ho parlato proprio di aiutanti magici. I bambini che pure erano stati attenti per tutto il tempo, in questo momento si sono come accesi, una luce negli occhi, i corpi all’improvviso non più capaci di stare nei banchi. Quasi tutti volevamo dirmi quale fosse il loro aiutante. Per alcuni una tigre, un orso, un cavallo di pezza; per altri un vero e proprio cane o un gatto. Per altri un lenzuolino. Per altri ancora un libro e il personaggio che conteneva. Questo aiutante, per i bambini a volte appariva sotto forma di quello che gli psicologici chiamano oggetto transazionale; a volte sotto quella di un amico immaginario, creatura fino a non molto tempo fa ritenuta foriera di problemi e oggi interpretata come straordinaria risorsa psicologica infantile; a volte come presenza protettiva e inattesa, come quella che appare all’improvviso nelle fiabe, per esempio le colombe che aiutano Cenerentola a separare le lenticchie buone da quelle cattive. La cosa certa è che tutti i bambini sanno di cosa si tratta. E sanno che non c’è niente di strano in un coniglio che parla ed è più alto di te per tutta la lunghezza delle orecchie. Se gliene parli, vogliono accertarsi che tu l’abbia conosciuto davvero. Ma per amore di verità, non per malfidenza. Vogliono sapere chi sia e come l’hai incontrato. E poi dirti del loro, di aiutante.

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Il bellissimo dialogo di Il signor coniglio e il regalo perfetto prosegue per tutto il libro, costruendo a poco a poco questa storia fatta di niente, sempre più esatta, brillante, profonda. La bambina che, come tutti i bambini, vuole aiutare l’aiutante magico (un aiutante magico presta aiuto esclusivamente al proprietario o alla proprietaria di un cuore gentile), aiuta il Signor Coniglio ad aiutarla a capire che regalo trovare per la mamma. Gli rivela così che alla mamma piace il rosso. 

«Rosso?» disse il Signor Coniglio. «Non puoi mica regalarle il rosso».
«Magari qualcosa di rosso?» disse la bambina.
«Uhm, qualcosa di rosso…» disse il Signor Coniglio.
«Cosa potrebbe esserci di rosso?» disse la bambina.
«Be’,» disse il Signor Coniglio «Esistono mutande rosse».
«Oh no,» disse la bambina. «Non posso regalarle delle mutande».
«Di rosso ci sono i tetti» disse il Signor Coniglio.
«Ne abbiamo già uno» disse la bambina. «Non voglio regalarle un tetto».
«Un uccellino?» disse il Signor Coniglio. «Un bel cardinale rosso».
«No,» disse la bambina «a lei gli uccelli piacciono sugli alberi».
«Un camion dei pompieri» disse il Signor Coniglio.
«No,» disse la bambina «non le piacciono i camion dei pompieri».
«Be,» disse il Signor Coniglio «allora delle mele?»
«Ottimo» disse la bambina. «Ottima idea. Le piacciono le mele. Ma ci vuole qualcos’altro».

Dopo di che il libro, procedendo con altri dialoghi siffatti a proposito di altri tre colori – il giallo, il verde e il blu – giunge alla fine, concludendosi con il regalo perfetto. 

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Credo che Charlotte Zolotow, autrice di libri per bambini, nel corso della sua lunga vita ne ha scritti oltre novanta illustrati da nomi importanti, debba molto al più famoso coniglio bianco della storia della letteratura. Entrambi vivono in campagna, entrambi sono misteriosi, entrambi parlano di preferenza a bambine educate, intelligentissime ed eleganti. Entrambi giudicano il mondo da un punto di vista decisamente personale. Sono conversatori fuori dagli schemi, che scelgono con acume le proprie interlocutrici ideali e spingono la logica a vette di incantevole, misurato umorismo, che saranno apprezzate dai bambini, in particolare dalle bambine. Molti adulti si chiederanno cosa ci si trovi in una storia del genere che non si sa bene di che parli. Di colori? Di regali? Di mamme e di figlie? Non è sospetto un coniglio così galante?

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Charlotte Zolotow che ebbe un’infanzia molto travagliata e verso il mondo interiore dei bambini non aveva alcuna condiscendenza, ma al contrario un vero e proprio genio, ha concepito questi dialoghi come doveva fare Mozart quando componeva le sue sonate: melodie impeccabili e stupefacenti, imprevedibili e armoniose, costruitissime e perfettamente spontanee che, come è proprio della vita emotiva dell’infanzia, saltano con naturalezza dalla gioia pura alla malinconia sottile, dalla tenerezza infinita alle turbolenze del cuore, dalla più nera cupaggine alla più scatenata allegria. Del resto, Zolotow aveva avuto una insegnante sopraffina quanto a comprensione di cosa sia un libro illustrato destinato ai più piccoli: come si pensi, come si scriva, come si illustri. Il suo primo impiego in editoria, ambito in cui lavorò per cinquant’anni, giungendo a dirigere una etichetta propria di grande successo, la Charlotte Zolotow Books presso Harper & Row (ora Harper Collins Publishers), fu come assistente di Ursula Nordstrom, la più grande editor della storia della letteratura americana per ragazzi che, sempre per Harper, scoprì i migliori talenti della propria epoca e fece con loro libri memorabili che hanno segnato tappe imprescindibili nella storia della letteratura illustrata, per esempio Where the Wild Things Are, Nel paese dei mostri selvaggi, di Maurice Sendak di cui Nordstrom scoprì il talento quando ancora era uno sconosciuto giovanotto, facendolo lavorare in coppia con Ruth Krauss, altro genio, dando vita a quelli che sono ancora annoverabili fra i più bei libri per bambini di sempre.

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In questa storia sublime che fa della passeggiata di un coniglio e di una bambina il minuscolo e ben nascosto teatro di un’educazione sentimentale di rara profondità, tutto giocato sulla sapienza della parola, di dialoghi che portano a galla la necessità infantile di riflettere sulle cose del mondo a partire dagli eventi apparentemente più piccoli e insignificanti, mettendo in luce la capacità di pensiero dei più piccoli, il loro bisogno di dire a modo proprio la giustizia, l’amore, l’equilibrio e la verità, troviamo accesso a una dimensione luminosa, vitale anche per il lettore adulto, purtroppo sempre più offuscata da una cecità radicale verso il senso profondo delle vite, delle cose, scambiato per irritante, trascurabile inezia.   

Grazie a Mario Onnis per le immagini.

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