Tormentoni 2. Ironicamente intellettuale

25 Luglio 2023

Nel tempo che precedette internet e gli smartphone c’erano ancora i dischi, e le radio. I dischi erano in vinile, a 33 giri, o a 45 giri, lato A, lato B: i tormentoni sino a quasi tutti gli anni Settanta passavano solo nei programmi “per giovani” della radio di Stato (qui la Rai: Bandiera gialla, condotta da Gianni Boncompagni e Renzo Arbore, va in onda dal 1965 al 1970), o nei rari programmi “per giovani” della televisione di Stato (qui sempre e solo la Rai, con Gianni Boncompagni che dal 20 febbraio 1977 conduce Discoring). I tormentoni quindi in qualche modo venivano selezionati dalle charts discografiche internazionali (quella della rivista americana “Billboard” in particolare) e poi consacrati dalle programmazioni delle radio di Stato, l’unica radiolina con l’antennina in spiaggia.

Libero dj in libera radio

Una sentenza della Corte Costituzionale della Repubblica Italiana nel 1974 stabilisce che il monopolio radiofonico della radio di Stato è finito: nascono le prime radio libere con diffusione locale: negli anni successivi si arriverà ai network radiofonici privati nazionali, che cambieranno la storia dei tormentoni estivi; Radio 105 comincia a parlare con la voce di Claudio Cecchetto nel 1975; sempre Cecchetto nel 1982 fonderà Radio Deejay, con le voci di Linus, Albertino, Gerry Scotti, Kay Rush, più avanti Amadeus, Jovanotti e Fiorello. Via via che il monopolio Rai si sgretola i tormentoni estivi aumentano nell’offerta primaverile e nel martellamento delle programmazioni estive. In un certo senso case discografiche e radio private gestiscono più direttamente il mercato dei singoli per juke-box e 45 giri, che giravano nei primi portatili musicali, i “mangiadischi”: in plastica, coloratissimi, leggeri, sono stati i primi “sound-system” portatili per i gruppi di ragazzini; negli Usa si vendevano dagli anni Cinquanta, ma l’apice della loro diffusione arriva proprio nei Settanta. La Philips brevetta nel 1963 la prima musicassetta, ma per la sua portatilità adolescenziale si dovrà aspettare il walkman della Sony da inizio Ottanta. 

Nei Sessanta ci sono le prime ironie sulle sdolcinature melodiche delle rime cuore/amore, fiori/dolori. Se l’inno alla rosolatura in Italia è Abbronzatissima, cantata nel 1963 da Edoardo Vianello, quattro anni prima Franco Migliacci e Bruno De Filippi scrivono un manifesto chic in difesa della pelle candida e non ustionata; Mina racconta in Tintarella di luna di una specie di Audrey Hepburn, lunatica gattina in controtendenza:

Abbronzate tutte chiazze
pellirosse un po’ paonazze
son le ragazze
che prendono il sol
ma ce n’è una
che prende la luna.

Tintarella di luna
tintarella color latte
tutta notte sopra il tetto
sopra al tetto come i gatti
e se c’è la luna piena
tu…
diventi candida.

 

Demenza Ibiza

Dai Sessanta le Isole Baleari davanti a Barcellona cominciano ad essere colonizzate dagli hippies europei. Se per l’inaugurazione della discotecona Amnesia si dovrà attendere il 1987, il format ispanico della vacanza giovanile free si impone anche nelle canzoncine. Dai Novanta dagli Usa arriveranno ondate di ancheggiamenti e sculettamenti caraibici. Ma una coppia di torinesi furbissimi, classe 1961, Stefano Righi e Stefano Rota, in arte Johnson e Michael Righeira, si fa scrivere dai guru dell’italo-disco, i fratelli Angelo e Carmelo La Bionda (la loro One for you, one for me è del 1978) la prima memorabile, intellettualissima presa per i fondelli dei tormentoni estivi che diventa essa stessa tormentone estivo, un capolavoro di intelligenza nella demenza: il pezzo è Vamos a la playa, in uno spagnolo sempliciotto e buffissimo con il ritornello martellato e alcuni inserti quasi impercettibili che ipotizzano invece l’apocalisse nucleare che surfa sulla demenza di massa turistica:

La bomba estalló
las radiaciones tostan
y matizan de azul

Todos con sombrero
El viento radioactivo
despeina los cabellos

Al fin el mar es limpio
no mas peces hediondos

sino agua fluorescente

«Finalmente il mare è pulito! niente più pesce puzzolente ma acqua fluorescente!». Tra 1983 e 1985 i Righeira dilagano anche con No tengo dinero e L’estate sta finendo.

 

Le mille bolle blu

L’anno prima, nel 1982, un semisconosciuto capellone siciliano, noto allora solo ai cultori della composizione elettronica e dei pastiche avantgarde, Franco Battiato, gira a 360° nella sua carriera e spara due capolavori dell’ironia intellettuale applicata ai tormentoni estivi, sbancando con due tormentoni estivi. Il primo (Un’estate al mare, testo di Battiato, musica di Giusto Pio) lo canta Giuni Russo ed elenca le «le fantastiche illusioni… l’olio di Tahiti… gli ombrelloni – oni -oni…» e con l’ultimo verso, quasi impercettibile, scandalizza il perbenismo piccolo-borghese con un «toglimi il bikini»

 

Il secondo è quello che ha dato a Franco Battiato la celebrità pop conservandogli poeticità, critica culturale, ironia intellettuale, spiritualità, tutto: con Cuccurucucu si apre un fronte politico nel tormentone; “noi che non siamo come gli altri” potevamo finalmente sfidare in infradito e mezzi nudi, ma con distinzione, la marea della mediocritas italiana:

"il mare nel cassetto"
"le mille bolle blu"
da quando sei andata via non esisto più 
“il mondo è grigio il mondo è blu”

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