Il talento di Monsieur Delon

22 Agosto 2024

Alain Delon è morto il 18 agosto 2024 nella sua magione di Douchy-Montcorbon, nel Loiret, Centro-Valle della Loira, sud di Parigi: una tenuta di campagna di 120 ettari acquistata a inizio anni Settanta, arredata con gusto rustico.


Era un sex symbol? Ho intervistato tutte le donne che ho incrociato oggi nel mio villaggio di montagna: signore, ragazzine. Le signore mi hanno risposto: “Bellissimo uomo, ma io preferivo Paul Newman… io Marlon Brando…”. Le ragazzine mi hanno risposto “chi è Alain Delon?” Per voi chi sono oggi i bellissimi? In genere il tempo di riflessione è stato piuttosto lungo: infine sono emersi Nate Archibald dalla serie tv Gossip Girl e Kenan Yildiz, calciatore turco della Juve. Ho insistito chiedendo di altri attori, scendendo dai defunti ai cinquantenni, e il primo punto di contatto tra gli abissi generazionali è stato Leonardo DiCaprio: per The Beach? “Cheee? Per Titanic!”.

Delon non era un attore formato; nei primi film non recitava, la sua fotogenia era fenomenale e sufficiente, la bellezza dei suoi lineamenti e del suo corpo erano sufficienti per magnetizzare lo schermo. L’altro bellissimo dei suoi tempi (anni Sessanta e Settanta) era Jean-Paul Belmondo: Delon era il bello freddino, tenebroso, di belle maniere, non particolarmente “virile” nell’approccio, Belmondo era il ragazzaccio, il maschiaccio, il balordo, certamente più sexy. Poi nel tempo Delon ha cominciato a studiare i personaggi, parola del suo biografo Christophe Leclerc (Alain Delon: L’acteur qui offre son âme, l’Harmattan 2020). I registi della Nouvelle Vague (Truffaut, Chabrol, Godard) non l’hanno mai cercato per i loro film. Invece ha funzionato per alcuni della Nouvelle Vague italiana: nel 1962 Michelangelo Antonioni l’ha voluto nell’Eclisse. L’anno decisivo è il 1960: escono Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti e Delitto in pieno sole (Plein soleil) di René Clément. Come immigrato lucano a Milano il bel francese non convinceva molto, tantomeno come pugile.

 

Fu perfetto invece nel suo primo film con uno dei suoi registi di riferimento. Delitto in pieno sole è il primo adattamento cinematografico del Talento di mister Ripley, capolavoro crime di Patricia Highsmith; il personaggio ambiguo e inafferrabile, il “signor nessuno” che come abile falsario prima produce documenti e infine diventa il grande falsario della sua stessa identità funziona per questo giovane “non attore” che “non sa recitare” appunto, che sembra quel che dice di essere, che si intrufola come un parassita nella coppia Dickie-Marge, ma che è pieno di paura; la bellezza apollinea, stupefacente del suo corpo, il suo appiccicarsi a Dickie fa pensare a Marge che forse sia un omosessuale; oggi diremmo gender-fluid, ma il suo progressivo raffinarsi nelle arti del delitto e della frode rende Delon il Ripley migliore tra tutti, anche dei successivi Matt Damon e Andrew Scott.

I più riusciti personaggi di Delon erano quasi sempre paradossali: appariva bellissimo, un uomo desiderabilissimo, ma in realtà era anche sfuggente, dark, in cerca di una difficile identità. Furono molti i registi che gli affidarono prime parti in bilico tra bene e male, nel genere cinematografico che i francesi chiamano “polar”, una sintesi di “policier” e “noir”.

Visconti era incantato dalla sua bellezza divina, ma nel cast di Il Gattopardo, del 1963, il suo Tancredi Falconeri non era memorabile. Chi sfolgorava in quel film? Burt Lancaster come Fabrizio Corbera Principe di Salina, la bellissima Claudia Cardinale come Angelica Sedara, Romolo Valli come padre Pirrone…


L’uomo Delon ci interessa? Che abbia sofferto a lungo di depressione lo rende più terrestre. L’invecchiamento, per uno bellissimo in gioventù, sarà stato per lui terribile. Ha avuto relazioni con le donne più belle e speciali dei suoi tempi: Romy Schneider, Dalila, ha avuto figli e figlie da donne bellissime. Amava i cani, diceva che lo confortavano nella sua depressione (oggi diremmo pet therapy).

Quando svelò qualche opinione politica, prima si attestò sul neogollismo di Giscard d’Estaing, poi non si vergognò di mostrarsi pubblicamente amico di Jean-Marie Le Pen, il neofascista padre di Marine, e nei suoi ultimi anni era con il 33% dei francesi, all’estrema destra con il Front National di Marine Le Pen e del neobelloccio Jordan Bardella. Nel 2013 in una celebre intervista televisiva dichiarò che l'omosessualità è contro natura. Nel 2015 citava De Gaulle: «La Francia è una nazione di razza bianca». A febbraio 2024 la magistratura francese gli ha sequestrato in casa 72 armi da fuoco e 3.000 munizioni, detenute illegalmente. Imbarazzante, patetico, disgustoso.


“Polar” è la parola chiave: funzionava così, come personaggio, uno che non capisci bene e che non si rivela troppo, bello da insospettire. E “bi-polare” era nella vita, come tanti di noi, sulle montagne russe degli up&down generati dall’intermittenza elettrica del cervello e dall’intermittente digeribilità della vita. Un altro super-bello più recente, Richard Gere, una volta in un’intervista dichiarò che, su consiglio di Paul Schrader, aveva visto e rivisto un sacco di volte Delitto in pieno sole, per prepararsi a interpretare nel 1980 Julian Kay in American Gigolò. Quell’attore di 45 anni fu l’Alain Delon migliore del mondo.

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Alain Delon