Alberi d’inverno
Nudi sono più esigenti. Richiedono curiosità concentrata, sguardo contemplativo. D’inverno, gli alberi spogli riservano i piaceri segreti di una natura mai in letargo, che sa sempre stupire.
Vischio su pioppo e edera
I rami, esili e folti, degli olmi ricadono nuvolosi dall’alto; i cercis si tengono stretti alle brocche i bruni baccelli. Le pendule samare cartacee impreziosiscono ancora aceri e ailanti, e le liquidambar si fanno notare per le nere sfere aculeate. I codini rosatenero dei noccioli dondolano infreddoliti, e gli ingannevoli coni dei liriodendri paiono boccioli prossimi alla fioritura: celano invece semi alati.
Infruttiscenze di liquidambra e samare di ailanthus altissima
Ma è con la nebbia e la neve che arrivano vesti più raffinate, con la galaverna gioielli più rari. Impareggiabile, il poeta inglese W.H. Auden, così esalta virtù ed effetti della collaborazione tra alberi e nebbia:
e le cime degli alberi, visibili
appena, non stormiscono ma restano
immobili e condensano efficienti
in gocce esatte la Tua umidità
[...]
La terra è un brutto posto,
eppure, per quest’attimo speciale,
così tranquillo ma così festoso,
ti rendo Grazie: Grazie, Grazie, nebbia.
(W. H. Auden, Grazie, nebbia, vv. 25-28)
Infiorescenze maschili di nocciolo
D’inverno, poi, meglio si scopre fin dove arriva l’ambizione dell’edera, coi suoi corimbi, a farsi albero, o là dove il vischio sugge linfa al pioppo; meglio si presta attenzione alle scaglie e ai solchi delle scorze, ai pastelli dei licheni, all’impalcatura dei rami e, soprattutto, ai nidi e ai loro più visibili abitanti.
Nidi di piccoli uccelli e condominio di cormorani e aironi
Nella sua lingua materna – il dialetto di Santarcangelo di Romagna – ecco l’elogio dell’inverno del grande, indimenticato Raffaello Baldini (Ciacri, Instèda e invera /Estate e inverno):
D’instèda chèld, un sudadézz, zanzèri,
no, u m pis l’invéran, mè, cal bèl’ zurnèdi
se sòul, n’aria ch’la taia,
al piscòlli gelèdi,
e ì èlbar senza fòi, che d’ogni tènt
tra ‘l rèmi u s vaid un nèid.
D’estate caldo, un sudaticcio, zanzare,
no, mi piace l’inverno a me, quelle belle giornate
col sole, un’aria che taglia,
le pozzanghere ghiacciate,
e gli alberi senza foglie, che ogni tanto
tra i rami si vede un nido.
Frutti di cercis siliquastrum