Il parcheggio di Famagosta
Il parcheggio di Famagosta nella sua totale funzionalità comprende: un certo numero di posti auto coperti, un piazzale sottostante dedicato alle corriere che vanno e vengono dall’hinterland, tre o quattro capolinea per i bus cittadini e l’omonima stazione della MM che da una delle uscite superiori porta diritto al parcheggio dei taxi.
C’è pure un non-luogo esterno per farsi dare un passaggio in auto; è proprio a ridosso della carreggiata della strada rivolta ai quartieri Sant’Ambrogio/Ospedale San Paolo ed Ex-Cartiere Binda; se però sbagli la svolta, ti ritrovi sull’autostrada per Genova e per tornare indietro devi uscire al quartiere Cantalupa.
Questo punto tattico è usato familiarmente da chi offre e da chi riceve il passaggio in automobile, ovviamente qui non ci si potrebbe fermare, c’è il divieto di sosta. Tuttavia ogni giorno le persone qui si aspettano, si prendono e si lasciano. Li guardo che si abbracciano e si baciano, parlare e poi via insieme nella stessa auto, oppure ognuno prosegue da solo per la propria strada, salendo sul bus o calando nel metrò.
Non conosco numeri e stime di questo indotto nel momento di crisi economica che stiamo vivendo. Il lavoro richiede ancora mobilità e i treni sotterranei intorno alle 8.00 del mattino sono un carnaio; poi la sera alle 18:00, chi non ha l’auto che lo aspetta, esce veloce dai tornelli per non perdere la coincidenza e trovare un buon posto sulla corriera che lo riporta a casa.