Una voce, nella notte | 1
A cosa serve una ninna nanna? La prima risposta è, ovviamente, ad addormentare i bambini che non hanno sonno. Leggendo il testo della conferenza tenuta Federico Garcia Lorca, Las nanas infantiles, tenuta probabilmente fra il 1927 e il 1933 (che a tutt'oggi, benché non si tratti di uno studio ma di una riflessione poetica, rimane sul tema un riferimento imprescindibile), si intuisce quanto, sotto il pragmatismo di tale risposta, si annidino altri effetti, solo apparentemente secondari o collaterali.
A cominciare dall'iniziazione del neonato alla parola sotto forma, nientemeno, che di musica e poesia, passando attraverso l'assorbimento spontaneo di una vena potente e popolare della sua cultura di origine, e finendo con lo stringersi di un rapporto segreto e per nulla convenzionale con la persona che per lui interpreta questi singolarissimi componimenti in cui si mescolano nenie, melodie, nonsense, poesia. Come le fiabe, le ninna nanne, considerate da Lorca “madri reverende di tutte le canzoni”, sono il prodotto di voci anonime e lontane nel tempo, giunte a noi attraverso i canali imprevedibili e sotterranei delle generazioni.
Se la fiaba nasce da quel profondo bisogno umano che è il raccontare storie, e dalla raffinata capacità di usare le parole per fermare l'attenzione e rapire l'immaginazione di chi ascolta, le ninna nanne nascono, sul ritmo regolare del cullare, dal bisogno di incantare e acquietare, sorta di rito poetico, per i poteri magici e ipnotici che sono propri della parola. Ed esattamente come le fiabe popolari, le ninna nanne della tradizione, mentre ammaliano, non rinunciano a iniziare i piccoli “alla più cruda realtà e alla drammaticità del mondo”, perché, come nota Lorca, “ogni figlio, anziché una festa, risulta un gravame e quindi le mamme non possono fare a meno di cantare, dentro l'amore, anche il disinganno della vita”. Per questa vocazione ambigua, ma preziosa e importante, Lorca considera la voce 'ninnante' di madri, balie, serve e nutrici (personaggi fondamentali nell'accudimento dei bambini), una “iniziazione minima alla vicenda poetica: i primi passi nell'ambito della rappresentazione intellettuale.”
Illustrazione di Noemí Villamuza da Libro de nanas, Mediavaca 2007
Di tale vocazione testimoniano due pubblicazioni, una è il bellissimo Libro de nanas di un eccellente editore spagnolo, Mediavaca, che al testo originale della conferenza di Lorca, associa una ricca raccolta di ninna nanne d'autore illustrate magnificamente da Noemí Villamuza, l'altra è Ninna nanne italiane a cura di Tito Saffioti che raccoglie le ninna nanne della tradizione italiana suddivise per temi. Il testo di Lorca, in italiano, è invece edito da Salani con introduzione di Vivian Lamarque. Una raccolta di ninna nanne popolari rivolta ai bambini è quella di Lella Gandini, esperta e studiosa di filastrocche, edita da Einaudi Ragazzi e illustrata da Nicoletta Costa.
Profondamente legata ai temi del buio e della luce, del sonno e del sogno, è la celeberrima raccolta di poesie che Robert Louis Stevenson dedicò ai bambini, A child's garden of verses. L'edizione Feltrinelli, curata da Roberto Mussapi, si intitola non a caso Il mio letto è una nave, e nella splendida introduzione del poeta e traduttore, è delineato con precisione il rapporto che Stevenson ebbe fin da piccolissimo col mondo della notte e delle ombre, il suo bisogno di viaggiare in solitudine nei territori esotici e interiori del sonno, al centro del suo immaginario. E ci riporta alla riflessione di Lorca sulla potenza della voce femminile nella costruzione dell'immaginario e dell'identità infantile, il fatto che il libro fu dedicato dal poeta inglese “Ad Alison Cunningham dal suo bambino”, cioè all'adorata nutrice Cummy, ineffabile protagonista di molte poesie della raccolta, a cominciare dalla più famosa, My bed is a boat. Recita la dedica:
Per tutte le notti passate senza chiudere occhio
a vegliar con amore su questo marmocchio
/.../
E voglia il cielo che chiunque lo legga
trovi una come te che lo protegga
e ogni bambino che ascolti i miei versi
accanto al fuoco, come suoni sommersi
senta una voce dolce e incantatrice
come quella che allora mi rese felice.
Illustrazione di Simona Mulazzani da Nella terra dei sogni, Rizzoli 2013
Parole che fanno venire in mente i versi, patetici ma emblematici, di L'ultima rinunzia di Guido Gozzano:
O Poeta, la tua mamma
che ti diede vita e latte,
che le guance s'è disfatte
nel cantarti ninna-nanna,
- odi, anco se t'annoia! -
lei che t'ebbe come un sole,
che t'apprese le parole
che ora sono la tua gioia.
Versi in cui risuonano i temi dell'iniziazione alla parola e alla vita intellettuale attraverso le ninna nanne (“per semplicità e purezza di disegno queste canzoni non hanno uguali in alcun canzoniere”, scrisse Lorca), anche come espressioni poetiche non dissimulate della sofferenza e dell'amore femminili. Una bella selezione da A child's garden of verses di Stevenson è stata proposta quest'anno da Rizzoli, col titolo Nella terra dei sogni: un grande albo illustrato dalle incantevoli visioni notturne (e diurne) di Simona Mulazzani.