Speciale
Doppiozero riscrive le Fiabe italiane
Da lunedì 5 novembre lanciamo sul nostro nuovo canale Twitter dedicato alla narrazione seriale (@00SerialTw) un progetto sulle Fiabe Italiane (#00fiabit). Marco Belpoliti riscrive ogni giorno in 140 caratteri le 100 fiabe italiane della tradizione popolare che sono state raccolte anche da Italo Calvino, per 100 giorni.
#00fiabeitaliane nasce come il primo format pensato ad hoc per questo canale. La riscrittura quindi seguirà le rigide regole della serialità mediale: 100 fiabe, 100 episodi, una fiaba al giorno per 100 giorni, trasmessa ogni giorno alla stessa ora, con una vera e propria sigla d’apertura e chiusura e qualche sguardo fotografico nei retroscena dell’officina narrativa di Belpoliti, che prima di riscrivere le fiabe le ha disegnate e riassunte su un taccuino. Il progetto è realizzato in collaborazione con Moleskine e U10.
La lezione americana che Calvino ha dedicato alla Rapidità comincia con una leggenda, che poi è anche una fiaba. Riguarda Carlo Magno, il Lago di Costanza, una donna morta, e soprattutto un anello. Lo scrittore la racconta in modo stringato – una paginetta –, ma dice anche che la medesima storia è riassunta ancor più velocemente da Barbery d’Aurevilly: sempre più breve, sempre più rapida. Trent’anni prima Calvino aveva fornito un bell’esempio di rapidità lavorando alle Fiabe italiane pubblicate nel 1957. Sono duecento narrazioni che lo scrittore ha desunto dall’ampio repertorio italiano, ricorrendo al patrimonio depositato in volumi, libri, riviste, opuscoli. Aveva lavorato tagliando, cucendo, riassumendo, ibridando, riscrivendo, inventando. Un grande sarto che ha donato al patrimonio favolistico del Bel Paese un abito nuovo di zecca, realizzato con i materiali tradizionali. Come i fratelli Grimm, molto tempo prima.
Ma cosa interessava a Calvino nella fiaba? La risposta l’ha fornita nel 1959, tre anni dopo aver licenziato il volume per Einaudi: “il disegno lineare della narrazione, il ritmo, l’essenzialità, il modo in cui il senso di una vita è contenuto in una sintesi di fatti, di prove da superare, di momenti supremi”. Così nella lezione sulla Rapidità ribadisce che il suo interesse per le fiabe è “stilistico e strutturale per l’economia, il ritmo, la logica essenziale con cui sono raccontate”. Non sono, almeno le prime tre, o forse tutte quattro, caratteristiche salienti di Twitter? Sono convinto che se Calvino non ci avesse lasciato a metà degli anni Ottanta, non senza aver diagnosticato la direzione presa dalla nostra civiltà digitale, sarebbe felicissimo di vedere come molteplicità, leggerezza, rapidità abbiano preso il sopravvento nel XXI secolo, anche attraverso i nuovi media.
La prima ragione che mi spinge a lavorare di bulino – a volte persino di forbici e martello – con le sue fiabe, per farle entrare in tre tweet di 140 caratteri, è applicare al lavoro di Calvino il medesimo metodo da lui usato con il repertorio tradizionale. Cosa mi autorizza a farlo (in senso letterario, ovviamente)? Il fatto che la materia di cui sono composte le fiabe, come ha ricordato Mario Lavagetto, sulla scorta dello scrittore stesso, è puntiforme e pulviscolare, e consiste “di granellini impalpabili come il polline che resta sulle zampe delle farfalle”. Ogni tweet è composto di segni infinitesimi – le lettere – con cui si compongono parole e frasi brevissime. Inoltre, le Fiabe italiane nascono da un gioco, e qui il gioco continua, con una riscrittura. In verità, più che una riscrittura è un riassunto, sebbene il riassunto sia anche una riscrittura, in cui si mettono in luce delle parti piuttosto che delle altre, in cui si privilegiano dei dettagli a scapito di altri, in cui si cerca di dare il senso complessivo dell’intera singola fiaba in poche righe. Un lavoro di bricolage con suoi peculiari ritmi.
Twitter ben si presta con la sua ferrea legge dei 140 caratteri a un’attività del genere, dove quello che risulta è dunque un’interpretazione, un’opera di lettura, prima ancora che di scrittura. Lavagetto, nel presentare per l’edizione dei Meridiani il corpus fiabesco del nostro autore, lo ha detto in modo definitivo: “ogni testo può essere riscritto. È aperto e non definitivo”. Di più: “l’universo del raccontato è anche l’universo del raccontabile”. Un lavoro senza fine, ma già contenuto in potenza nei testi di partenza, che a loro volta sono testi derivati da altri testi. Andiamo a cominciare?
Marco Belpoliti
Il nuovo canale doppiozero serial tw lo trovate qui.
E su Twitter lunedi 5 novembre iniziamo a raccontarvi le Fiabe italiane. Stay tuned!