Ecologia erotica

24 Aprile 2023

Uno dei sentieri più battuti dal pensiero occidentale dell’inizio di questo secolo è il rapporto che abbiamo noi umani con tutti gli altri esseri viventi. Nell’Ottocento grazie a uomini come Darwin abbiamo lasciato entrare l’idea che in fondo siamo animali come tutti gli altri, nonostante quanto ci ha ripetuto il pensiero cattolico che ci vede come polvere, terra sostanzialmente, ma con un soffio divino, in qualche modo privilegiati, padroni della terra e dei suoi abitanti dei quali abbiamo avuto diretto mandato divino di disporre secondo necessità. I popoli del libro, ebrei, cristiani e musulmani sono sostanzialmente sulla stessa linea di pensiero e soprattutto comportamento. Durante il Novecento queste certezze hanno vacillato e sono miseramente crollate con l’arrivo dell’immaginario dell’Antropocene che ci ha messo di fronte a una realtà molto differente da quella che per millenni ci siamo illusi di conoscere. L’inimmaginabile prospettiva concreta dell’estinzione della nostra specie, cosa usuale in natura, ma che non abbiamo mai pensato ci riguardasse, ci ha aiutato ad alzare lo sguardo dall’ombelico e cercare di metterlo a fuoco sul resto di tutto ciò che vive, probabilmente anche con la segreta speranza di trovare soluzioni per i pericoli che ormai siamo consapevoli di correre. 

Gli studi sulla “natura” che abbiamo sempre fatto hanno assunto un tono diverso, cerchiamo di dialogare, com’è nostra imperitura abitudine almeno dai greci, e allora nell’arte nascono operazioni come quella di Mali Weil che il 7 dicembre 2022 ha inaugurato nel centro di ricerca Centrale Fies di Dro (TN) il primo programma pubblico italiano della Scuola di Diplomazie Interspecie e Studi Licantropici. Nel programma si legge: “Formarsi alla diplomazia interspecie e alla licantropia significa affinare competenze diverse per muoversi con competenza in tutti i futuri contesti internazionali e interspecifici delle politiche, delle scienze e delle culture delle alterità oltre umane. (…) Dalle politiche interspecie attualmente in pieno corso di definizione, nascono pratiche con importanti ricadute sociali, giuridiche, economiche e di sicurezza. Da qui la necessità di favorire l’affermarsi di nuove figure con specifiche competenze diplomatiche e una conoscenza di base filosofica, giuridica, artistica e scientifica, ma anche in grado di gestire pratiche rituali e le arti del sogno condiviso che collegano l’umano ad altre forme di alterità non umana.”

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Un esempio di questo atteggiamento lo troviamo anche nel libro di Andrea Staid Essere natura, uscito per Utet nel novembre 2022. Staid dichiara subito che il libro “vuole essere non solo un contributo alla comprensione di un concetto che è quello della pluralità ecosistemica o multinaturalistica, ma soprattutto un manifesto della presa di coscienza che per cambiare il mondo da un punto di vista ecologico e sociale, e per salvarci dal disastro, è necessario un modo differente di guardare e pensare alla “natura”.” Il suo punto di vista antropologico lo porta a vedere bene come “la natura viene concepita in molte parti del mondo come un insieme di relazioni che vanno oltre la specie” e a riconoscere come vedere, rappresentare, conoscere e pensare non siano peculiarità esclusivamente umane e oltre, sino a considerare come persone ogni cosa. Cita Ecologie native di Emanuela Borgnino in cui troviamo “quando si parla per esempio di piante, nella cultura hawaiana si usa il termine po’e, tradotto dal dizionario di lingua hawaiana in persone, gente; si parla di “persone taro” e “persone banana”.”

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Il rapporto con gli esseri viventi, che siano piante, animali, funghi o qualsiasi altra forma possa prendere la vita, potrebbe essere visto, alla base, come un rapporto erotico. È quello che cerca di esplorare Dominic Pettman nel suo Ecologia erotica, uscito per Tlon nel gennaio 2023. Ci troviamo aneddoti divertenti come il Wankband, presentato nel 2014 da Pornhub all’interno della campagna per il salvataggio del pianeta Wood for Wood, gioco di significati sul termine wood che indica sia il legno che l’erezione. Nel comunicato dell’azienda si leggeva che “ogni giorno vengono consumati milioni di ore di contenuti pornografici online, e in questo modo si spreca energia e si danneggia l’ambiente. Noi di Pornhub abbiamo deciso di fare qualcosa. Ecco a voi The Wankband: la prima tecnologia indossabile che vi permette di amare il pianeta mentre amate voi stessi”, in sostanza una sorta di braccialetto da uomo che se indossato nella mano che si muove mentre usufruite di un video di Pornhub, produce l’energia per ricaricare smartphone e dispositivi elettronici. In pratica produce l’energia che serve per guardare lo stesso porno e il ciclo si chiude. Quanti Wankband mascherati da sistemi per salvare il pianeta ci sono in giro da quando la sostenibilità è diventata di moda? Sarebbe interessante approfondire. Siamo comunque lontani dall’immaginario di quei libri proibiti di cui si diceva che “si leggono con una mano sola.” Fra analisi che si muovono per la maggior parte all’interno della cultura occidentale e in particolare francese, troviamo anche considerazioni multispeciste. “Gli esseri umani “hanno” una libido così come noi “abbiamo” una coscienza o un’anima. (…) Ma non siamo i titolari esclusivi di quest’organo o facoltà concettuale. Questi definiscono piuttosto un piano condiviso in cui qualsiasi entità soggetta a quelle che Goethe chiamava “affinità elettive”, mette in scena il suo piano di attrazione. Non importa se questa attrazione sia tra avvocati o volpi (o persino tra avvocati e volpi), perché il sussulto “libidinale” è lì e porta con sé – almeno potenzialmente – seduzione, frustrazione, improvvisazione, (auto)inganno, simulazione, consumazione, errori di comunicazione. In tutta la sfera biologica c’è spazio per il gioco, la spontaneità, l’anomalia, la novità, l’innovazione e svariati “scostamenti” comportamentali che potrebbero diventare una nuova norma, dalla quale germogliano inedite deviazioni organiche. Un’ecologia libidinale degna di questo nome registrerebbe la stranezza dell’erotismo umano e, allo stesso tempo, ne riconoscerebbe l’origine non-umana (e la traiettoria postumana).”

Mentre il pensiero scientifico contemporaneo si affanna su questi argomenti cercando, analizzando, confrontando dati e osservazioni, c’è qualcuno che almeno dagli anni Cinquanta del Novecento usa lo strumento dell’immaginazione per formare scenari e situazioni che riproducono “in vitro” ogni possibile combinazione di rapporto, ribaltando le prospettive usuali e mettendosi dalla parte degli altri

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Non è un caso che quella che viene chiamata fantascienza stia riscuotendo proprio in questo periodo un grande ritorno di interesse. Nella spasmodica necessità di immaginare soluzioni, scenari, strategie per affrontare il nuovo panorama in cui ci troviamo, ci si è accorti che proprio quella zona della letteratura spesso ingenuamente trascurata dagli accademici, ha accumulato nel corso del tempo una quantità di materiale immaginativo che oggi si rivela preziosissimo. A chi la frequenta è usuale trovarsi a pensare come un animale, o come una forma di vita sviluppatasi in modo completamente differente dalla nostra, come accade per esempio in The voyage of the Space Beagle di van Vogt, uscito nel 1950 e tradotto come Crociera nell’infinito, dove abbiamo il punto di vista, molto misurato e plausibile, di possibili forme viventi tra le quali una nube di dimensioni galattiche. Abbiamo iniziato parlando di Darwin e a lui siamo tornati, il titolo di van Vogt fa riferimento a The voyage of the Beagle in cui Darwin parla del suo viaggio intorno al mondo durato cinque anni a bordo del brigantino HMS Beagle. Un viaggio che sta a noi continuare. 

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