Good Friday, Mr Pink
«Trovai un prato pulito e molle; mi vi sdraiai, e feci la più bella dormita che avessi mai fatto in vita mia, poiché mi svegliai dopo ben nove ore, quando il sole era già alto. Feci per alzarmi, ma non mi riuscì. […] Intorno a me udivo un rumore confuso, ma, stando così supino, non potevo scorgerne la causa. A un tratto sentii qualche cosa che si moveva sulla mia gamba sinistra, dalla quale, passando sul mio petto, mi saliva a poco a poco verso il mento. Guardando alla meglio da quella parte, vidi una creatura umana alta forse un sei pollici che aveva in mano un arco e una freccia e a tracolla un turcasso. Non meno di quaranta altri esseri della stessa specie tennero dietro al primo…»
Un anno dopo, e con un anno in più, il novantasettesimo Giro d’Italia si è risvegliato nel tardo pomeriggio di oggi, a Belfast, Irlanda del Nord, così come si risvegliava il dottor Lemuel Gulliver, sull’isola di Lilliput, nelle prime pagine del romanzo di Jonathan Swift.
Dicono che Swift, irlandese e pastore anglicano, si sia ispirato al profilo della collina di Ben Madigan (in gaelico irlandese Binn Mhadagáin) che si staglia a nord-ovest di Belfast per raccontare la cattura del naufrago chirurgo.
Se il Giro d’Italia, chiamiamolo Mr Pink, fosse un gigante si sarebbe stupito, al suo risveglio, di vedersi attorniato da creature vestite da colori fluo, senza archi e frecce e turcassi, ma con superleggere in fibra di carbonio, body fluorescenti e caschi aerodinamici. Creature mezze uomini e mezze bici che si affannavano a darsi il cambio in fila indiana per Falls e Shankill Road, confondendosi coi colori dei murales. E non avrebbe visto Lilliput lottare contro Blefuscu, ma gli Orica GreenEdge avere la meglio sugli Omega-Quick Step, i bordoverde contro i passisvelti. E il signor Svein Tuft, un attempato canadese della British Columbia, forse lontano parente del signor Tumbnus, indossare la prima maglia rosa.
Oggi è stato un Good Friday Agreement tra Mr Pink e gli omini di sei pollici, due ruote e mille colori. Domani ci si risveglia ancora a Belfast, con le Cronache di Narnia sul comodino.