La nostra patria
Abbiamo una patria biologica, il nostro corpo. E una patria giuridica, la nazione dove siamo nati o dove abbiamo cittadinanza. È capitato a tanti di perdere la patria biologica per rispondere ai bisogni della patria giuridica.
Alla patria biologica e a quella giuridica in qualche modo non c’è rimedio. Ci siamo già dentro. E se possiamo cambiare nazione non possiamo traslocare in un altro corpo. Forse abbiamo bisogno di patrie intermedie, provvisorie. Abbiamo bisogno di luoghi e idee in cui raccoglierci in un sentimento patriottico, un sentimento di appartenenza.
L’epoca dell’autismo corale in cui stiamo vivendo tende sempre più a schiacciarci dentro i confini della patria biologica e a renderci insensibili a tutto il resto. Una posizione del genere pone ogni individuo sostanzialmente in guerra con il resto del mondo. Ognuno è una patria, ognuno ha una lingua, un territorio da difendere. E viviamo in un mondo di inferriate, di cancelli, di confini. La colonna dorsale è un’asta e la testa di ognuno una logora bandiera.