Speciale

Occhio rotondo 7. Acqua

7 Maggio 2023

Piove. La fotografa si sporge dal ponte Muazzo nel Rio San Giovanni Laterano e scatta. Nell’istantanea l’acqua ha un colore bluastro ed è tutta picchiettata da gocce che cadono dal cielo. Sono piccoli puntini sulla superficie che appare leggermente mossa; alcune gocce generano intorno a sé dei minuscoli cerchi concentrici. Sul bordo inferiore dell’immagine una striscia bianca: il marmo del ponte che fa da sponda. L’acqua è sopra e davanti. L’acqua e il ponte. A un primo sguardo non si capisce che è il cordolo del manufatto che collega le due rive. Alessandra Chemollo ha fotografato Venezia, luogo in cui abita, realizzando un libro magnifico, Venezia. Alter mundus (Marsilio Arte). La città appare composta di pietra e di acqua, come sulla copertina, dove campeggia il ritratto del Canale della Giudecca smosso da brevi onde di superficie, mentre Venezia, la città edificata, è una striscia composta di case, magazzini e una chiesa là sullo sfondo. Il volume racconta alternativamente la città di marmo e la città d’acqua. La prima è composta di dure lastre poste in orizzontale e delicate lastre poste in verticale. La seconda è invece la parte liquida evocata a tratti con angoscia da Franco Rella nel testo incluso nel libro. L’acqua è la forma inafferrabile della città che lambisce le pietre, le circonda e a volte le invade come nella cripta di San Zaccaria, dove la tomba del santo sembra un’arca galleggiante, o sul pavimento di San Marco dove il liquido forma una lastra trasparente che nasconde, e insieme rivela, l’impiantito composto di irregolari rettangoli bianchi. Delle pietre e dell’acqua di Venezia hanno scritto in tanti e tante volte questa città doppia è stata fotografata. Tuttavia, come rivela lo scatto della pioggia, Alessandra Chemollo ha fatto qualcosa di nuovo e diverso. Forse in virtù del fatto che Venezia è la sua città, l’ha guardata come se fosse la prima volta – in altri libri fotografici Venezia viene invece guardata come se fosse l’ultima. In entrambi i casi quando le foto appaiono belle o riuscite l’incanto è il tratto saliente della città. Il sortilegio delle fotografie di Alessandra Chemollo ha qualcosa di diverso: è la meraviglia di chi sa guardare l’architettura implicita nelle pietre e nell’acqua stessa. Venezia è un’architettura, ma non sempre la si vede così. La sua natura di città composta da continui dettagli e scorci ci fa dimenticare che è anche una città progettata. In ogni suo scatto Alessandra Chemollo ci mostra il prodigio dell’architettura, che qui è insieme totalità e dettaglio, il tutto e i particolari. L’immagine dell’acqua che cade nel Rio di San Giovanni Laterano è l’immagine perfetta di questa città di pietra e acqua. L’acqua è quella di Venezia, dei suoi canali, ma è anche l’acqua che cade dall’alto senza perché e senza forma, se non quella di migliaia di gocce che si uniscono all’acqua che circonda e penetra la città di pietra: acqua nell’acqua. L’umile acqua scende goccia a goccia nel Rio e rappresenta perfettamente lo spirito di queste immagini: Venezia così orgogliosa della propria bellezza – forse la città più bella del mondo – è fatta di tutto e di niente, è un prodigio leggero e fragile. La goccia, poi, è solo un piccolo volume di liquido limitato completamente, o quasi, da superfici libere. Una città di gocce che scendono nell’acqua colte al volo, una volta per sempre.

La mostra Venezia. Alter Mundus, ideata a partire dal libro di Alessandra Chemollo (Marsilio Arte, 2022), è allestita dal 29 marzo al 4 giugno 2023 all’interno del nuovo centro “Le Stanze della Fotografia”, a Venezia, sull’Isola di San Giorgio. 

In copertina fotografia di Alessandra Chemollo - Veduta del rio di S. Giovanni laterano dal ponte Muazzo.

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