Topinambùr

13 Dicembre 2012

Dove sono finiti i topinambùr? In questa declinante stagione le gialle corolle di Helianthus tuberosus ci confortano con minor assiduità dai margini delle strade. Che la crisi aggressiva abbia indotto gli italiani a procurarsi i tuberi eduli, anziché nelle botteghe (costose) degli erbaioli, lungo i fossi dove facili si propagano e aprono i solari capolini sugli alti, dritti steli?

 

Difficile crederlo. Li avrà sfatti l’altalenante estate di torrenziali acque e caldi tropicali.

 

Il loro poeta, Andrea Zanzotto, che più di un inno ha intonato a questi “favi di luce soavi” avrebbe lamentato il diradarsi dell’“irreggibile/trapungere d’autunno” (Riletture di topinambùr, Sovrimpressioni):

 

O voi bene affidati,

solerti nel servirci di giallori rari

sul ciglio d’incerti afflati,

di fallibili itinerari

 

Cieli di azzurro appena allattato

per topinambùr in drappello

a sorvegliare dal cancello

se e come mi senta amato

 

Portate alla più aggrediente evidenza

il vostro sapere per caso-assonanza-baldanza

ciò che mai viene dato per scienza

[…]

 

Con voi partirò, topinambùr

per meditazioni invisibili, acri,

su autunnali tranelli o avalli

su adýnata su mai

 

Certo, quest’invasiva erbacea perenne, della medesima famiglia degli eliotropi (asteraceae), non è molto amata dai giardinieri.

 

Così il poeta, mirabilmente, in nome dei girasoli d’autunno, se la ride dei loro idiosincratici veti (Topinambùr, Meteo):

   

O filiazione

forse infida, dicono,

della luce più irta,

provocatori di paroline e bisbigli:

provocare ad appelli ed a fini

rimproveri eh eh

fin dentro i giardini   

 

Ma, forse, Zanzotto avrebbe sorriso soddisfatto anche all’idea di connazionali costretti a riconvertirsi in spigolatori dalla dieta frugale e salubre: il rosso tubero del topinambùr è un naturale diuretico e antidiabetico.

 

D’altronde, prima che la pomme de terre lo spodestasse, era frequente sulle mense dei contadini che sapevano bene il fatto loro, e ne apprezzavano il caratteristico gusto di patata aromatizzata al carciofo. Sapore esaltato anche dai piemontesi che lo eleggono da sempre verdura principe della bagna càuda.

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