Achille Mauri, un trickster dell’editoria

26 Gennaio 2023

“Ecco il nostro Barnum!”. Così mi presentava, con affetto e ironia, Achille Mauri, uno dei quattro presidenti di BookCity Milano, paragonandomi al grande impresario circense americano e certo sopravvalutando le mie capacità di formattare gli eventi culturali in un'esperienza spettacolare e piacevole.

Ma bastava partecipare a una delle riunioni del comitato direttivo di BookCity per capire che il vero Barnum era lui: avrebbe voluto portare a Milano – magari tutti insieme – il vecchietto cinese che balla su YouTube, l'ensemble musicale mongolo, i mirabolanti gauchos argentini con i loro scalpitanti cavalli. Lo ispirava il Castello Sforzesco, il cuore della manifestazione: avrebbe voluto alzare lo sguardo verso le danzatrici verticali che volteggiavano sulla Torre del Filarete, e abbassarlo, dopo aver allagato tutti i fossati, verso le naumachie (o erano gondole?). E non ricordo che cosa volesse fare della fontana verso piazza Cairoli... La festa per celebrare il cinquantesimo anniversario delle nozze con sua moglie Diana trasformò per una notte un intero palazzo nel centro di Milano in un unico spettacolo, con mirabolanti attrazioni di ogni genere, che nemmeno qualche Buskers Festival e il Cirque du Soleil messi assieme!

La sua casa, come quella dell'amica Inge Feltrinelli, era un palcoscenico dove sfilavano gli intellettuali che arrivavano a Milano dai quattro angoli del mondo, e al tempo stesso un’abbagliante galleria d'arte contemporanea, con decine di capolavori fitti fitti a rendere bellissime e inquietanti tutte le pareti.

Anche la sua biografia era degna di Barnum. Era nato nel 1938 a Rimini ed è scomparso l'11 gennaio 2023 a Rosario, in Argentina. Nel mezzo, decine di avventure estetico-imprenditoriali di ogni genere, in tutti i continenti: in Iran (ci andò per la FIAT), in Africa (dove realizzò un documentario trasmesso in cinque puntate dalla RAI, Magia d'Africa), e soprattutto in America Latina. E poi libri (d'arte, naturalmente), riviste (come “Versus”, i “Quaderni di studi semiotici” curati dall'amico Umberto Eco), enciclopedie (L'Esperto, specializzata nel settore ragazzi) e lotterie, produzioni cinematografiche (tra cui Garage Olimpo di Marco Bechis, 1999, sulla dittatura argentina) e televisive (mentre raccontava quando arrivò il croma key, gli si accendeva lo sguardo). E poi chissà quali altre imprese, più o meno fortunate, ma sempre con l'obiettivo di sorprendere e sedurre il pubblico.

Accanto ad Achille, era impossibile annoiarsi. Era simpatico, con assoluta naturalezza. Aveva mille avventure da raccontare, che mettevano subito al lavoro l'immaginazione di chi lo ascoltava. Era attratto dalle personalità creative, con tutti i loro squilibri e la loro imprevedibilità. Seduceva con la sua intelligenza fulminante e la sua ironia, e soprattutto la sua capacità di fiutare il talento.

Il mix di creatività artistica e imprenditoriale, nel suo caso con un surplus di sbarazzina visionarietà, fa del resto parte del patrimonio genetico di famiglia. Minuto, vivacissimo, Achille era il minore tra i cinque fratelli Mauri, figli di Umberto, avvocato e impresario teatrale, alla guida di Messaggerie Italiane. 

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Il primogenito Fabio (1926-2009) è stato un protagonista dell'arte italiana del dopoguerra (Achille negli ultimi anni aveva sostenuto con la sua energia la diffusione dell'opera del fratello, attenta alla memoria della Shoah: vedi Il muro del pianto alla Biennale di Venezia nel 1993). Fabio Mauri, tra l'altro, è autore della performance Intellettuale, dove genialmente proiettò sul corpo di Pier Paolo Pasolini le immagini del suo Vangelo, davanti alla GAM di Bologna. 

A prendersi cura degli affari di famiglia, alla morte di Umberto nel 1963, fu soprattutto Luciano (1929-2005), grande appassionato di musica che la sera si ritagliava uno spazio per suonare la chitarra. Nel giro di qualche decennio fece di Messaggerie Italiane il colosso della distribuzione libraria e nel 1977, con l'acquisto della Longanesi, gettò con Mario Spagnol (1930-1999) le basi per il gruppo che oggi comprende decine di case editrici, tra cui Guanda, Garzanti, Bollati Boringhieri, Salani, Ponte alle Grazie, Nord. GeMS è ora uno dei colossi dell'editoria italiana, grazie anche all'impulso della generazione successiva, ovvero suo figlio Stefano Mauri (che adesso guida il gruppo) e Luigi Spagnol (1961-2020), figlio di Mario. 

La primogenita, Silvana Mauri (1920-2006), fu a lungo strettissima collaboratrice di “zio Val”, ovvero Valentino Bompiani, uno degli “editori protagonisti” del Novecento italiano, oltre che moglie di Ottiero Ottieri (1924-2002), poeta e scrittore, tra i primi a raccontare nelle sue opere l'impatto dell'industrializzazione nella vita quotidiana degli italiani. Silvana e Ottiero, in questo fitto reticolo, sono i genitori della scrittrice Maria Pace e di Alberto, ora ai vertici del gruppo Messaggerie. 

La quinta sorella, Ornella (scomparsa nel 2008), aveva sposato il fratello dell'architetto Marco Zanuso, uno degli artefici della Milano del dopoguerra.

Quella dei Mauri è una dinastia creativa, in stretta relazione con l'élite intellettuale italiana degli ultimi decenni. Anche i due figli di Achille e Diana, Sebastiano e Santiago, incarnano i due lati della medaglia, quello artistico e imprenditoriale.

L'editoria è un fragile mix di cultura, economia e marketing. In questa impegnativa alchimia, Achille, il “piccolo” di casa, guardato con affetto e un pizzico di inquietudine per la sua inesauribile inventiva da trickster, incarnava alcuni ingredienti necessari, ma da maneggiare con cura: la curiosità, la leggerezza, la visionarietà, la generosità... 

Di recente, aveva pubblicato due romanzi. Nel primo, Anime e acciughe (2017), fedele alla sua vocazione, aveva deciso di giocare con la morte, per raccontarci “l'aldilà come non lo avete mai visto”. Anche in questo caso, aveva preferito gettare lo sguardo in avanti. Il più avanti possibile e magari oltre.

Achille Mauri verrà ricordato nel corso della giornata conclusiva della Scuola Librai, a cura della Fondazione Umberto ed Elisabetta Mauri, alla Fondazione Cini di Venezia, il 27 febbraio 2023.

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