La finestra di fronte

25 Gennaio 2016

Tutte le mattine, quand’era in città per lavorare al Teatro alla Scala, Giuseppe Verdi, prima di uscire dalla stanza che occupava all'albergo Milano in Corsia del Giardino (oggi via Manzoni), la salutava, deferente, dalla finestra situata proprio dirimpetto a quella della casa di lei. Erano buoni amici da tanto tempo, al punto che Clara lo aveva voluto come proprio testimone all’atto di separazione da suo marito, Andrea Maffei.


Era da quel giorno che lei aveva deciso di andare a vivere da sola, al secondo piano di palazzo Olivazzi, in Contrada dei Bigli, ad angolo con Corsia del Giardino, trasferendo lì anche il suo salotto letterario, già famoso in tutta Europa.


Tra i suoi ospiti si annoveravano musicisti come Verdi, appunto, e Listz; letterati, del calibro di Honoré de Balzac, George Sand, Alphred de Musset, Alessandro Manzoni, Giosuè Carducci, Emilio Praga, Giovanni Verga, Tommaso Grossi, Giulio Carcano, Ippolito Nievo, Camillo e Arrigo Boito; e artisti quali Francesco Hayez, che le aveva anche eseguito un magnifico ritratto. Ma i frequentatori del suo salotto, in pieno Risorgimento, furono soprattutto i patrioti della causa italiana: in primis Carlo Tenca, giornalista, fondatore e direttore della rivista "Il Crepuscolo", con cui Clara formò una coppia salda e duratura; e poi ancora Giuseppe Giusti, Gioacchino Prati, Emilio Dandolo, Giuseppe Finzi e l'illuminato Carlo Cattaneo, fervente repubblicano.

 

«Io appartengo a me medesima e solo io voglio essere giudice del mio operare. […] È a duro prezzo ch’io acquistai tale libertà».

Così scrisse di sé Clara Maffei, uno degli spiriti liberi e indomiti che contribuirono a "fare" l'Italia.

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