Amelia Rosselli a via del Corallo
Sul Corriere della Sera del 12 febbraio 1996 c’è un articolo di Dino Martirano. Comincia così: “Alcuni vicini l’avevano vista aggirarsi sul ballatoio del vecchio palazzo di via del Corallo: qualcuno le aveva gridato di stare calma e di tornarsene nel suo appartamento. E lei, raccontano altri condomini, si era ritirata docilmente. Era rientrata e si era attaccata al telefono per parlare con Giacinta Del Gallo di Roccagiovine, l’amica che ha tentato invano di dissuaderla. Ma è mancato il tempo necessario perché quando la Del Gallo è salita al quinto piano non c’era più niente da fare. La porta di casa era spalancata e in cucina c’era una sedia appoggiata al davanzale della finestra. Il corpo della poetessa Amelia Rosselli era già in fondo alla chiostrina interna”. Figlia di Carlo Rosselli, teorico del Socialismo Liberale assassinato in Francia per volere di Mussolini, Amelia Rosselli abitava dal 1980 in via del Corallo, in una minuscola mansarda affacciata sui tetti che incorniciano piazza Navona. La targa è dirimpetto a una trattoria, nel punto in cui ogni sera si raccoglie una fila di avventori in attesa di un tavolo – coppie di russi impellicciati, americani fracassoni, spagnoli che cantano Nel blu dipinto di blu. Davanti a quella lapide risuona la chiusa de I fiori vengono in dono: “Il mondo è sottile e piano: / pochi elefanti vi girano, ottusi”. E si sentono scricchiolare i sampietrini di Roma.