Il vero Alieno in un mondo di Mostri
Quando compravo gli "Urania" della Mondadori in edicola non pensavo fossero letteratura. Mi vergognavo un po', come quando leggevo i fumetti: erano brevi, con una grafica seriale, un numero di pagine contenuto (che poi ho scoperto essere frutto anche di feroci tagli nella traduzione e nell'editing). Oggi, con la tolleranza verso il vintage, e il pop, con l'allargamento della mappa dei diritti dell'immaginario, la Guida alla letteratura di fantascienza curata da Carlo Bordoni è una mappa sterminata di temi, di titoli, di autori, di tempi diversi della scrittura e del cinema; un libro di concetti e di dati, di romanzi e di nomi, di infiniti incessanti sorprendenti estenuanti intrecci, scritto nelle varie parti da un team rigorosamente maschile come prevalentemente sempre maschile è stata la fantascienza, e sempre poco erotica: una sorta di ascesi delirante di evasioni, invasioni, illusioni.
Carlo Bordoni è sociologo, ha scritto di Stephen King, di E.T.A. Hoffmann, e dirige una delle tante incredibili riviste di sci-fi, "If", che ovviamente sarà effimera e indimenticabile come tutte le riviste di fantascienza che nel mondo si sono succedute nel Novecento e oltre. Anche la serie "Urania" in fondo era una rivista, un periodico regolarissimo nelle sue uscite, e questo testimonia le chance di una fiction, quale è oggi quella dei serial tv: una vampa di emozioni ti avvince, e tormenta, e quando quella microstoria finisce tu vorresti morire, ma non muori, perché tra una settimana il tuo Grande Pusher (editoriale, televisivo) ti darà la tua nuova piccola dose di evasioni e illusioni.
Nel tempo di internet e di Wikipedia, questo immenso libro degli editori "pop" di Odoya è una sfida davvero ucronica e distopica a ciò che oggi NON può più essere un libro: 656 pagine sarebbero quasi irrilegabili, eppure dopo qualche settimana di quotidiane torsioni il manufatto resiste, dotato di poteri tipografici alieni; i sei autori scrivono le voci da soli, o in due, o in tre, ma un editing fenomenale nel 2013 (ho trovato solo due o tre refusi!) allinea il discorso, non apre voragini di tensione o continuità. Alcune delle 31 voci le ritengo memorabili, veri capolavori di interconnessioni avanti e indietro nel tempo, nelle radici più remote della mitologia o della letteratura sino al cinema più contemporaneo, da Platone a World War Z di Brad Pitt tratto dal romanzo folgorante del cinico Max Brooks tradotto in brillante anteprima sul blockbuster dagli editori romani Cooper dell'americanissimo beat-teller Emanuele Bevilacqua. Se hai amato un film, scopri da quale romanzo era tratto, e chi era quell'autore: se amavi un "Urania", scopri che ne hanno tratto uno, tre, sette film.
In un libro non puoi cliccare, non puoi taggare, non puoi godere della vivezza istantanea di un trailer, o del colore di una foto e di una locandina, e la Guida è un poco patetica nell'accumulare fotine in bianco e nero e schede biografiche a fine voce. Ma lo fa, lo fa, si butta, e nello sforzo ti dà una mappa galattica che prolifera di micro-organismi di infiniti universi di pensiero in un alfabeto di opzioni immaginifiche: Alieni, Androidi e robot, Apocalisse/Catastrofi, Computer, Cyberpunk, Doppio/Replicante/Sosia, Fantascienza italiana, Genetica, Guerra, Immortalità e longevità, Invasione/Dischi volanti, Invenzioni e macchine, Mondi perduti, Mostri, Mutazioni, New wave, Paranoia e complotti, Politica/Guerra fredda, Poteri paranormali, Religione, Scienza e pseudoscienza, Sesso e generi, Sovrappopolazione/Sociologia, Space opera, Superuomini, Ucronica/Storie parallele, Universi paralleli, Utopia e distopia, Viaggi nel tempo.
Per quanto seriali, popolari, di genere possano essere le infinite fantascienze possibili, dietro c'è sempre un sondaggio gigantesco che al vertice alla luce del sole è pura filosofia, riflessione sulla commedia umana, ilaro-tragica e impotente, e che nelle sue più oscure radici è scandaglio esoterico e profondo del nostro ancestrale, del nostro inconscio, del nostro inspiegabile.
Se dovessi raccontarvi tutto quello che ho scoperto e mi ha emozionato in questo book-trek che mi lascia estenuato e pieno di gioia per la capacità vasta e devastante dell'ingegno umano di creare ipotesi sull'umano e sul non-umano, se dovessi, vi riscriverei questa Guida; allora mi limiterò a fissare ipnotizzato gli occhi d'oro luccicante dei Bambini di John Wyndham visti nel film Il villaggio dei dannati di Wolf Rilla (1960); nel loro essere nati da madri inconsapevoli, in un villaggio che si lascia invadere e ingravidare nel sonno della consapevolezza, nel loro farsi compatti e solidali arretrando minacciati e minacciosi dal controllo degli adulti («Dovete imparare a lasciarci soli»), nel loro stringersi in una telepatia che esclude, nel loro sterminio finale a cura dei cari adulti, c'è una delle infinite profezie della fantascienza, che ha una sua non maneggiabilità politica: soggetti come questo, o come Invasion of the Body Snatchers (L'invasione degli ultracorpi, film di Don Siegel del 1956 dal romanzo di Jack Finney del '54) nascono negli anni Cinquanta della Guerra Fredda e del terrore yankee della "omologazione insensibilizzante" dei rossi Russi, ma 60 anni dopo ci parlano di cronaca contemporanea, di giorni nostri in cui l'insensibilità è sempre norma, e dove chi ha profondità, sensibilità, empatia è visto sempre come il vero Alieno in un mondo di Mostri: «Molte persone perdono a poco a poco la loro umanità senza accorgersene... ci si indurisce il cuore giorno per giorno: solo quando dobbiamo lottare per difendere la nostra umanità ci accorgiamo quanto valga».
Il Sol interpretato da Edward G. Robinson in Soylent Green, 1973 (2022: i sopravvissuti, dal romanzo Make Room! Make Room! di Harry Harrison, 1966) procede consapevole verso l'eutanasia di Stato in un mondo rovinato, invivibile, sovrappopolato e devastato, commuovendo l'amico Thorn interpretato da Charlton Heston: ormai sedato in eterno contempla dal suo feretro su uno schermo sensorama le meravigliose bellezze perdute della natura della Terra, mentre ascolta la musica che ha scelto, "classica facile», la Pastorale di Beethoven, o uno struggente Cajkovskij. Di fantascientifico, in questo soggetto, c'è solo l'opzione di una legislazione civile e avanzata che questo permetta, così come Jules Verne immaginò tecnologie future per sbarchi sulla luna o discese al fondo degli oceani. Per il resto, i Mostri sono sempre quella cosa viscida e schifosa che la sentinella aliena vede strisciarsi contro ostile nel microracconto folgorante di Fredric Brown La sentinella (1954), che a me ricorda la contro-prospettiva degli evolutissimi cavalli Houyhnhnms inorriditi da quei mangia-cadaveri degli Umani nel Gulliver di Jonathan Swift: «Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più. Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, con il passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame».
Guida alla letteratura di fantascienza; a cura di Carlo Bordoni; testi di Claudio Asciuti, Carlo Bordoni, Domenico Gallo, Riccardo Gramantieri, Giuseppe Panella, Gian Filippo Pizzo. Bologna, Odoya 2013-, 656 pp., € 26,00.