Quale teatro per Expo 2015?

11 Giugno 2015

Dopo mesi di controversie e attese, Expo 2015 ha aperto le porte. Mentre Milano cambia volto mostrando la nuova Darsena e il discusso Expo Gate, e mentre rimbalzano le polemiche sul numero di visitatori inferiore al previsto, cosa accade nel mondo teatrale meneghino? L’invito, da parte del Comune, è stato quello di contribuire a creare un grande palinsesto integrato da maggio a ottobre, dal nome Expo in città: un piano di comunicazione pensato per amplificare la visibilità di ogni iniziativa.

 

Eresia della Felicità, Santarcangelo

 

E i teatri, va subito registrato, hanno risposto. Non senza polemica: c’è chi fa notare che un programma ad hoc necessita di fondi ad hoc; e da più parti si torna a criticare (e non a torto) la scelta di limitare la programmazione dell’Open Air Theater, spazio scenico interno all’area espositiva, a un unico spettacolo della multinazionale canadese Cirque di Soleil. Ma i milanesi non sono abituati a restare inattivi, e non sopportano la prospettiva di perdere un’opportunità. Ed ecco allora comparire cartelloni estivi composti per l’occasione, ed ecco fiorire incontri e spettacoli a tema cibo e nutrizione. Il Piccolo Teatro ha pensato a 250 spettacoli proposti nelle tre sedi (da nomi internazionali di richiamo come Robert Wilson a fiori all’occhiello nostrani come Dario Fo e l’Arlecchino di Strehler), mentre la Scala ha lanciato un programma di biglietti low cost per allargare la propria utenza. Il Crt Milano – forte anche dell’inclusione della sala teatrale in un luogo di sicuro interesse turistico come la Triennale – ha presentato un programma dal respiro internazionale (previsti Alvis Hermanis e Tim Robbins). Altri si mettono in relazione alla manifestazione come possono: il Teatro Menotti ha previsto spettacoli sottotitolati in inglese a partire dal primo maggio, l’Out Off ha riportato in scena Note di cucina di Rodrigo Garcia per contribuire a un dibattito sui temi di Expo. Oppure si preferisce puntare su un singolo appuntamento: è il caso del Teatro dei Filodrammatici, che ha partecipato a Expo in città con il progetto CON-TESTO, presentato lo scorso 8 giugno. Cinque drammaturghi stranieri e cinque registi italiani (Emiliano Bronzino, Carmen Giordano, Fausto Paravidino, Benedetto Sicca, Serena Sinigaglia) hanno avuto ventiquattro ore a disposizione per creare un piccolo ‘corto’ teatrale a partire da una notizia dei nostri quotidiani selezionata da italiani all’estero. Tra queste, una riguarda proprio Expo e i licenziamenti preventivi per chi ha manifestato contro l’esposizione (leggi qui).

 

Open Air Theatre

 

In questo maggio, per dire la verità, di turisti in visita non se ne sono visti molti nelle sale teatrali; e la sensazione è che ottenere una deviazione dall’area espositiva o dai tradizionali itinerari del centro non sia un’impresa semplice. Ma un’iniziativa teatrale molto particolare prevista per fine luglio potrebbe ottenere qualche ‘effetto collaterale’: si tratta di Eresia della felicità organizzata in sinergia dal Teatro delle Albe di Ravenna e dall’Associazione Olinda (un primo esperimento era già stato ospitato dal Festival di Santarcangelo nel 2011, un altro a Marghera nel 2012, Premio Ubu 2012). Le esperienze di non-scuola guidate dalle Albe (con la direzione artistica di Marco Martinelli) con gli adolescenti di tutta Italia – da Scampia alla Romagna, dalla Sardegna alla Calabria – confluiscono in un plotone di duecento voci che si esibirà dal 21 al 25 luglio al tramonto nei fossati del Castello Sforzesco, dando voce e corpo ai versi di Majakovskij in una performance che cambierà di sera in sera sotto gli occhi degli spettatori, certamente anche casuali e non informati. I neo-attori, provenienti da tutto il paese, saranno ospitati presso l’ex ospedale psichiatrico di via Ippocrate, sede di Olinda e del festival Da vicino nessuno è normale. Molti i sostenitori del coraggioso progetto (dal Comune di Milano a Legacoop, da Fondazione Banca del Monte di Lombardia a Fondazione Cariplo) che garantiscono, tra le altre cose, pasti per i giovanissimi performer. Un impegno, se non a nutrire il pianeta, almeno i suoi abitanti di domani: di teatro, di esperienze, di vita.

 

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