Stefano Dal Bianco. Alla mia stufa, alla fatica

11 Ottobre 2011

 

Questa rubrica raccoglie una serie di interventi che esplorano il tema delle forme, della bellezza/bruttezza, da punti di vista molto diversi fra di loro. Ne parleranno storici dell’arte, scrittori, critici, scienziati, musicisti, filosofi, esperti di paesaggio.

 

Stefano Dal Bianco ha abitato a Padova, Milano, Torino e ora vive in provincia di Siena, dove è ricercatore all’università. Il suo ultimo libro di poesia è Ritorno a Planaval, (Mondadori 2001). Ha pubblicato studi sulla metrica di Petrarca, Ariosto e Zanzotto. Di Zanzotto ha anche curato il Meridiano Mondadori nel 1999. 

 



 

Alla mia stufa, alla fatica

 

 

Per poterla riattizzare presto la mattina dopo

e trovare anche la stanza meno fredda

ogni sera faccio in modo che si crei un bel letto di braci

per il ciocco che vi depongo

prima di chiudere la presa d’aria.

 

Questa sera le braci sono molte, anzi moltissime:

una vera montagna incandescente

con tutte le valli, a ombrìo e a solatìo

e con torrenti e fiumi e laghi rossi

e neri sbuffi e feste di paese…

 

Io mi sono fermato incantato

davanti al frutto di tanta mia accortezza

e anzi ho creduto di vedere anzi ho veduto

ho veduto ho veduto

una cosa che poteva assomigliare ad un rubino

 

un rubino vermiglio di un sangue

che poteva soltanto essere il mio,

di tutte le volte che carico la stufa

e trasporto la legna nei giorni di sole

 

nelle notti di neve e ogni parola acquista un peso

che la fa quasi onnipresente una letizia

di accorgersi di sé

e una veduta sul mondo reale

che dura poco ma la lascia raggiante

e pronta e sofferente

per una nuova nuovissima fatica.

 

 

 

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