La buca della salvezza

11 Gennaio 2016

Se chiedi a un passante ti dice che dev’essere una cosa legata ai trovatelli, tipo quelli che nascono sotto il cavolo, cioè abbandonati e poi anonimamente consegnati nelle mani caritatevoli di piissime monache o simili. Cos’altro potrebbe essere la “buca della salvezza”, ricordata da una celebre lapide in via dell’Alloro, a Palermo?

 

Diciamo che la direzione di marcia va invertita, e va dall’interno verso l’esterno. Sembra che nel corso di una rivolta pregaribalidina contro i Borboni, nell’aprile del 1860, alcuni insorti s’erano nascosti nel convento della Gancia, aiutati dai frati e dai cittadini. Come racconta in un bell’articolo su Repubblica Amelia Crisantino, la cosa sembra sia stata a suo modo epica, con il capo dei rivoltosi che suona a ripetizione le campane della chiesa per richiamare l’attenzione della città verso le sue idee mazziniane, gli abitanti che offrono pane e salsicce dalle grate, l’esercito che seda il tutto nel sangue di una fucilazione collettiva. Riescono però a farla franca due ragazzi, che, rifugiandosi fra i cadaveri della cripta, fanno perdere le loro tracce. Con un martello di fortuna a poco a poco rompono il muro, creano la buca, e sono salvi.

 

“Quant’è piccola!”, dissi da bambino quando mio padre mi portò a visitarla, “quegli eroi dovevano essere molto magri”. Ma quel che conta è che l’eco della rivolta giunge sino alle orecchie di Garibaldi, il quale dopo solo un mese e passa entra nella città di Palermo fra le urla festanti dei ‘picciotti’ della Gancia e dintorni. Quel che colpisce in questa lapide è però soprattutto la sua, diciamo così, doppia stratificazione. Non solo infatti, come in molte sue consimili, la lapide è divisa in due (il racconto dei fatti e quello di chi l’ha posta lì), ma anche l’oggetto stesso che viene ricordato, la buca, è raddoppiato. C’è il piccolo foro, visibilmente disarmonico nella forma, e poco sopra la finestra squadrata, con l’austera grata da dove sembra passassero i viveri. E qui le cose si fanno, banalmente, misteriose.

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