Tormentoni 7. Spensieratissimi, in ansia
Come cantavano malinconicamente i Righeira nel 1985, L’estate sta finendo. E con questo post finisce anche il nostro appuntamento estivo sui tormentoni. Siamo languidi. I maschi sono massimamente piagnoni a settembre: «È tempo che i gabbiani arrivino in città… l'estate sta finendo, lo sai che non mi va… Io sono ancora solo, non è una novità… tu hai già chi ti consola, a me chi penserà». A noi chi penserà? Chi ci tormenterà?
Pesciolini fritti
Il mio primissimo tormentone lo sentii e risentii in un’estate in cui avevo undici anni. Ero su una spiaggia romagnola, forse Rimini. Ricordo il formicaio, il rumore. In particolare, il mio nonno materno, ex partigiano gappista e operaio comunista, nato nella Boca di Buenos Aires, era pieno di vitalità e di socialità socialiste; mi mordeva il naso e mi dava i “ravanelli” in testa, una specie di doloroso giro di nocche, ma io ridevo a crepapelle; ricordo ancora l’odore forte e sano della sua saliva. Era sempre pronto a cogliere l’attimo, la variante popolare allegra: un battello si avvicinava a tarda mattina ai pontili e con i megafoni invitava a fare un giro: si sarebbero pescati pesciolini, presto fritti e mangiabili sulla barca. Nonno Angelito era carnale, e mi ci ha portato. Sulla barca, a tutto volume, c’era il tormentone di quell’anno: In the summertime dei Mungo Jerry, un gruppo folk-rock britannico; il pezzo fu ripreso poi da Shaggy nel 1995; eeeh d’estate si fa festa, si va in giro, si va a pesca e si pensa alle belle ragazze! ecco i tips per acchiappare la bella:
If her daddy's rich, take her out for a meal
If her daddy's poor, just do what you feel
Speed along the lane, do a ton or a ton and twenty-five
When the sun goes down, you can make it
Make it good in a lay-by
Se suo padre è ricco, portala fuori a mangiare
Se suo padre è povero, fai solo quello che ti senti
Accelera sul rettilineo, vai a 160 km all’ora
Quando il sole tramonta, puoi farcela
Fallo bene in una piazzola di sosta
Vita di plastica
Questa è l’estate della Barbie di Greta Gerwig e Noah Baumbach, intellettuale, critica e divertente. Ma tra i tormentoni estivi ci baca ancora la testa una delle canzonette più demenziali mai sentite, provenienti dalla Danimarca da Eurovision: nel 1997 ha contaminato tutta Europa canticchiando proprio i due bambolotti della Mattel, che si arrabbiò tantissimo con gli spensierati danesi, querelandoli per diffamazione del brand; la casa discografica MCA vinse la causa, perché per la legislazione americana la parodia non è diffamazione.
I’m a Barbie girl in the Barbie world
Life in plastic, it’s fantastic
You can brush my hair, undress me everywhere
Imagination, life is your creation
Non siamo poi così lontani dalla Barbieland di Greta Gerwig, no? E il videoclip era buffo.
Tutta la verità
Non possiamo dimenticare la seconda lezione sui tormentoni estivi fatta da gente che di canzonette ne sa; dopo Johnson Righeira, bisogna ascoltare il corto Tutta la verità sulle canzoni dell’estate, realizzato da Colapesce e Dimartino, con la regia di Zavvo Nicolosi e Giovanni Tomaselli; svogliati, scettici, svaccati in calzettoni sciattoni su una barca nella calma piatta, i due conversano pigramente sui featuring; la suoneria del telefonino squilla con la Lambada; arrivano le cozze fornite da Max Pezzali; fanno capire che una hit si fa in quattro e quattro otto: fanno tutto le ditte che producono i tormentoni!
Ansia in Paradise
Il congedo tocca al tormentone estivo del 2023; quello incoronato dal cornetto Algida per l’estate 2023; super featuring, con Fedez, Annalisa e Articolo 31; testo citazionista e revivalista, e – come in Italo disco – ansia contemporanea che trasuda mentre si suda in discoteca vista mare («Se penso al mio futuro vado in panico… l’ansia fa su e giù tipo yo-yo»). Le foto iconiche? Sempre quelle: una Miami universale con lungomare di palme su cui sfreccia una decapottabile vintage con fighi e fighe in top o bermuda. Degrado, ciabatte, disincanto politico, nessuno sa più chi era Neruda.
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